Domenico Scarlatti
(Napoli, 26 ottobre 1685 – Madrid, 23 luglio 1757)
Compositore italiano del periodo barocco, figlio di Alessandro Scarlatti (uno dei maestri dell'opera barocca italiana), studiò inizialmente con il padre, in seguito a Venezia con Francesco Gasparini.
Nel 1701 fu nominato organista e compositore di musica della Cappella Reale di Napoli; due anni dopo esordì in campo teatrale con L'Ottavia ristituita al trono e con il Giustino.
Lasciata Napoli, a seguito del padre si spostò a Firenze e poi Roma; si trasferì quindi a Venezia, dove studiò con Gasparini e venne a contatto con Antonio Vivaldi e George Friedric Händel.
Tra il 1709 e il 1714 fu nominato Maestro di Cappella della Regina Maria Casimira di Polonia, e lì allestì vari melodrammi.
Nel 1713 fu nominato coadiutore in San Pietro, e l'anno dopo ottenne l'incarico di maestro di cappella, fino all'estate 1719.
In quell'anno si recò in Inghilterra per la rappresentazione del Narciso, rifatto per l'occasione.
Nel 1720 entrò al servizio di Giovanni V del Portogallo, abbandonò il teatro (aveva prodotto circa 15 opere) e iniziò a comporre musica liturgica per cerimonie e occasioni varie.
Nel 1724 era nuovamente in Italia, ma non aveva abbandonato il posto in Portogallo; all'inizio del 1729 seguì l'infanta Maria Barbara di Braganza, di cui era maestro, nel suo trasferimento a Siviglia. Lì rimase fino al 1733, quando si trasferì a Madrid, seguendo la corte.
Nel 1738 pubblicò, a Londra, la raccolta dei 30 Essercizi per gravicembalo (si tratta di 30 delle 555 sonate di Domenico Scarlatti giunte fino a noi).
Nel 1746 divenne "maestro dei re cattolici", essendo salito al trono il principe Ferdinando.
Gli ultimi anni della sua vita sono poco documentati; sappiamo però che ebbe numerosi allievi, tra cui il padre Antonio Soler.
Nel 1701 fu nominato organista e compositore di musica della Cappella Reale di Napoli; due anni dopo esordì in campo teatrale con L'Ottavia ristituita al trono e con il Giustino.
Lasciata Napoli, a seguito del padre si spostò a Firenze e poi Roma; si trasferì quindi a Venezia, dove studiò con Gasparini e venne a contatto con Antonio Vivaldi e George Friedric Händel.
Tra il 1709 e il 1714 fu nominato Maestro di Cappella della Regina Maria Casimira di Polonia, e lì allestì vari melodrammi.
Nel 1713 fu nominato coadiutore in San Pietro, e l'anno dopo ottenne l'incarico di maestro di cappella, fino all'estate 1719.
In quell'anno si recò in Inghilterra per la rappresentazione del Narciso, rifatto per l'occasione.
Nel 1720 entrò al servizio di Giovanni V del Portogallo, abbandonò il teatro (aveva prodotto circa 15 opere) e iniziò a comporre musica liturgica per cerimonie e occasioni varie.
Nel 1724 era nuovamente in Italia, ma non aveva abbandonato il posto in Portogallo; all'inizio del 1729 seguì l'infanta Maria Barbara di Braganza, di cui era maestro, nel suo trasferimento a Siviglia. Lì rimase fino al 1733, quando si trasferì a Madrid, seguendo la corte.
Nel 1738 pubblicò, a Londra, la raccolta dei 30 Essercizi per gravicembalo (si tratta di 30 delle 555 sonate di Domenico Scarlatti giunte fino a noi).
Nel 1746 divenne "maestro dei re cattolici", essendo salito al trono il principe Ferdinando.
Gli ultimi anni della sua vita sono poco documentati; sappiamo però che ebbe numerosi allievi, tra cui il padre Antonio Soler.
L'ultima sua composizione datata che conosciamo è il Salve Regina del 1756 (ricordiamo anche, di poco precedenti, la Messa del 1754, lo Stabat Mater e i salmi).
Domenico Scarlatti cadde in progressiva miseria a causa dei debiti di gioco.
Domenico Scarlatti cadde in progressiva miseria a causa dei debiti di gioco.
Se di notevole rilievo è la produzione vocale di Scarlatti, la sua fama è legata soprattutto alla musica per clavicembalo, in cui si affermò come creatore di uno stile e di una tecnica esecutiva per tastiera. Nei brevi brani per clavicembalo, generalmente in un solo movimento bipartito, Scarlatti utilizza tecniche tastieristiche nuove per i suoi tempi (arpeggi, note ribattute in agilità, incroci delle mani, ottave spezzate e percosse, doppie note) e uno stile caratterizzato da una rapidissima mobilità espressiva, grande inventiva armonica e l'impiego di un vocabolario accordale spesso sorprendente.
Tra le opere, invece, si ricordano: Orlando (1711), Tetide in Sciro (1712), Ifigenia in Aulide e in Tauride (1713), Amor d'un'ombra e Narciso (1714) e Amleto (1715), che fu la prima opera su questo soggetto.
creato: | mercoledì 28 maggio 2008 |
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modificato: | mercoledì 14 gennaio 2009 |