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Gesang der Parzen op.89

Magazzini Sonori
Proprietà dell'oggetto
CompositoreJohannes Brahms
EsecutoreAndrea Faidutti - maestro del coro / Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna / Alejo Pérez - direttore
Data esecuzione09/02/2014
Luogo esecuzioneBologna - Teatro Auditorium Manzoni
RaccoltaConcerto diretto dal M° Alejo Pérez
GenereMusica Classica / Sinfonica
ProvenienzaFondazione Teatro Comunale di Bologna
Note

Testo di Johann Wolfgang von Goethe:

Es fürchte die Götter
Das Menschengeschlecht!
Sie halten die Herrschaft
In ewigen Händen
Und können sie brauchen,
Wie's ihnen gefällt.

Der fürchte sie doppelt,
Den je sie erheben!
Auf Klippen und Wolken
Sind Stühle bereitet
Um goldene Tische.

Erhebet ein Zwist sich,
So stürzen die Gäste,
Geschmäht und geschändet,
In nächtlicheTiefen
Und harren vergebens,
Im Finstern gebunden,
Gerechten Gerichtes.

Sie aber, sie bleiben
In ewigen Festen
An goldenen Tischen.
Sie schreiten vom Berge
Zu Bergen hinüber:
Aus Schlünden der Tiefe
Dampft ihnen der Atem
Erstickter Titanen,
Gleich Opfergerüchen,
Ein leichtes Gewölke.

Es wenden die Herrsche
Ihr segnendes Auge
Von ganzen Geschlechtern
Und meiden im Enkel
Die ehmals geliebten,
Still redenden Züge
Des Ahnherrn zu sehn.

So sangen die Parzen;
Es horcht der Verbannte
In nächtlichen Höhlen,
Der Alte, die Lieder,
Denkt Kinder und Enkel
Und schüttelt das Haupt!

Quanto timore degli dèi
ha il genere umano!
Gli dèi tengono il potere su tutto
nelle eterne mani loro
e possono impiegarlo
come loro piace.

Doppiamente dovrà temerli
chi fu un tempo da loro esaltato!
Sulle vette e sulle nubi
sono disposti in ordine gli scanni
attorno ai tavoli in oro.

Se s'innalza una voce discorde,
gli ospiti, oltraggiati e disonorati,
vengono precipitati
negli abissi notturni
e attendono, ma invano,
avvinti alle tenebre,
il giudizio dei giusti.

Gli dèi però continuano
ad assistere a feste eterne
ai loro tavoli d'oro.
E procedono
da una vetta all'altra dei monti sottostanti:
Dalle voragini degli abissi
giunge loro il respiro
dei Titani soffocati
e l'odore del sacrifìcio
come una lieve nuvola.

I Dominatori distolgono
il loro sguardo benedicente
da intere generazioni
ed evitano di riconoscere nel nipote
i tratti un tempo amati
e ancora parlanti
degli antenati.

Così cantarono le Parche;
l'ascolta l'esule
nelle caverne notturne,
l'ascolta il vegliardo, tale canto,
pensa ai suoi figli e ai suoi nipoti
e scrolla il capo.

(Traduzione: Luigi Bellingardi)

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Proprietà dell'articolo
creato:lunedì 22 agosto 2016
modificato:mercoledì 22 febbraio 2017