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Saverio Mercadante

(Altamura, 17 settembre 1795 – Napoli, 17 dicembre 1870)

Giuseppe Saverio Raffaele Mercadante è stato un compositore italiano, molto attivo nel campo dell'opera teatrale (ne scrisse oltre 60), ma con una prolifica produzione anche nel campo della musica sacra e delle composizioni per orchestra, oltre alla musica da camera, cantate, inni, balletti, sinfonie.
Saverio Mercadante ricevette i primi insegnamenti musicali dal fratellastro e ben presto il suo eccezionale talento suggerì alla famiglia la necessità di un'educazione musicale di alto livello che solo Napoli poteva offrire.

La madre, Rosa Bia, figlia di un mugnaio non si sposò mai con il padre di Saverio, Giuseppe Orazio Mercadante, proprietario di un mulino. In realtà, diversi studi fanno ritenere che Rosa Bia avesse avuto una relazione con l'Arcidiacono Nicola Leone (valente musicista e compositore) e, rimasta incinta, si fosse legata a Giuseppe Orazio Mercadante (ottenendo il riconoscimento della paternità nel 1808 per consentire l'iscrizione di Saverio al Collegio di Musica). Nel 1799 Saverio Mercadante sfuggì alla morte grazie alla madre che, durante il saccheggio di Altamura ad opera delle truppe sanfediste del cardinale Ruffo, si dette provvidenzialmente alla fuga.

Giunse quindi a Napoli intorno al 1808 e, per ottenere un posto al conservatorio data la sua età (già oltre il limite di ammissione) e la nascita (non napoletana) furono falsificati il suo primo nome, la data e il luogo di nascita. A conseguenza di questo, in molti testi la sua nascita viene collocata a Napoli nel 1797 o nel 1798, e la statua a lui dedicata nel 1876 mantiene il primo nome sbagliato di Francesco.

Un'altra fonte afferma, invece, che Saverio Mercadante entrò nella prestigiosa scuola per diretto interessamento di Gioacchino Murat che, il 6 settembre 1808 (giorno del suo ingresso a Napoli come nuovo re), avrebbe accolto la supplica diretta della madre di Saverio.

Al Collegio, Mercadante studiò solfeggio, violino e flauto, armonia e contrappunto (con Giovanni Furno e Giacomo Tritto, futuri maestri anche di Vincenzo Bellini).
Dal 1816 al 1820 studiò composizione con Zingarelli (direttore del Collegio), di cui divenne l'allievo prediletto.
Nel 1817 gli fu affidata la direzione dell'orchestra del Collegio, per la quale scrisse numerose composizioni, tra cui numerose sinfonie.
Probabilmente fu durante uno di questi concerti che Rossini, in visita al collegio, restò così impressionato da Mercadante da scrivere, in una lettera indirizzata a Zingarelli: "Mi complimento vivamente, il vostro giovane allievo Mercadante comincia dove noi finiamo".
Nel 1818 compose una cantata in onore dell'ex Re Carlo IV di Spagna, ma in generale (cosa non frequente per un compositore italiano dell'epoca) l'interesse predominante di Mercadante fino ai 23 anni fu per la musica strumentale.

Composizioni di questi anni includono duetti, trii e quartetti, concerti per flauto e altri strumenti e sinfonie concertanti per strumenti a fiato. Scrisse anche la musica per tre balletti, rappresentati al Teatro San Carlo.
Nel 1819 fu invitato a comporre la sua prima opera, l'Apoteosi di Ercole. L'opera ebbe un successo entusiastico e l'anno successivo (anno in cui completò gli studi con Zingarelli) Mercadante compose altre quattro opere. Da allora in avanti si concentrò esclusivamente sulla composizione operistica.
La sua fama si sparse rapidamente in tutta Italia e, durante i sette anni successivi, produsse una media di tre opere all'anno, arrivando a comporne cinque in undici mesi.

Il primo grande successo di Mercadante arrivò nel 1821 con la sua settima opera, Elisa e Claudio, rappresentata alla Scala di Milano per trenta repliche e ripetuta sei mesi più tardi per altre 28.
Con questa opera Mercadante si fece conoscere in tutta Europa.
A Vienna, nel 182, Mercadante diresse le esecuzioni della sua opera e si fermò poi per scrivere altre tre opere, ma queste ebbero esito infelice.

Tornato in Italia, ottenne, a Venezia nel 1826, un nuovo trionfo con Caritea, regina di Spagna, rappresentata a Venezia nel 1826.
Dopo un breve soggiorno a Madrid (per un contratto che poi non si concluse) tornò a Torino per una nuova opera (1827), per poi passare di nuovo in Spagna.
A Lisbona, Mercadante produsse tre o forse quattro opere nei successivi dodici mesi; di queste, la Gabriella di Vergy ebbe  notevole successo anche in Italia.
Nell 1829 fu a Cadice, dove si interessò dell'opera italiana e scrisse due nuove opere buffe.
Nel 1830, a Madrid, diresse l'Opera Italiana e fu impegnato nella composizione della Francesca da Rimini.

Tratti caratteristici dello stile operistico di Mercadante, sono la particolare elaborazione del linguaggio armonico, l’interessante e nuova tecnica di orchestrazione, la spiccata evidenza drammatica dei personaggi, per molti versi anticipatrice del teatro di Verdi.
 
Agli inizi del 1831 Mercadante tornò definitivamente in Italia, proprio nel periodo del maggior trionfo italiano di Bellini e dei primi successi di Donizetti. Dopo l'accoglienza modesta avuta da Zaira a Napoli, prima sua opera data nella città dopo oltre sei anni, I Normanni a Parigi raccolsero un vero trionfo a Torino nel 1832.
All'inizio del 1833 fu chiamato a succedere a Pietro Generali come maestro di cappella alla Cattedrale di Novara, incarico che durò sette anni e portò Mercadante a comporre moltissima musica sacra (come Sette ultime parole di Nostro Signore appartengono a questo periodo).

Nel 1835 Rossini invitò a Parigi Mercadante (come aveva già fatto per Bellini e Donizetti) perché scrivesse un'opera per il Théâtre-Italien. Costretto, per sfortunate vicende, ad accettare un libretto di bassa qualità e a musicarlo in fretta, Mercadante scrisse I Briganti, ma fu un fiasco. Tuttavia la visita parigina di Mercadante fu decisiva perché lo mise in contatto con un nuovo mondo musicale e con la musica, in particolare, di Meyerbeer.
L'influenza di Meyerbeer è evidente nella successiva opera mercadantiana Il Giuramento, che ebbe un successo entusiastico e rimase la sua opera più famosa fino ai nostri giorni. Con Il Giuramento Mercadante iniziò un processo di riforma dell'opera a cui il suo nome è rimasto associato nella storia dell'opera italiana.
Le quattro opere successive (Le due illustri rivali, Elena da Feltre, Il Bravo, La Vestale) mantennero e svilupparono gli ideali di questa riforma.

Nel 1839 Rossini offrì a Mercadante il posto di Direttore del Liceo Musicale di Bologna, preferendolo a Donizetti e a Pacini. Mercadante accettò inizialmente, ma rimise l'incarico pochi mesi dopo per succedere al suo maestro Zingarelli alla guida del Conservatorio di Napoli (1840). Mantenne il posto sino alla morte, 30 anni più tardi.
Nel 1843, a Torino, rappresentò l'opera Il Reggente; l'anno successivo tornò a Napoli con Leonora, e nel 1846 raccolse un eccezionale successo al S. Carlo con Orazi e Curiazi.
Con il passare degli anni, a causa del suo impegno al Conservatorio e all'impegno nella composizione di musica strumentale, musica sacra e nell'insegnamento, la produzione operistica mercadantiana cominciò a rallentare.

L'ultima opera completa composta da Mercadante fu Il Pelagio (Napoli, 1857).
Mercadante divenne completamente cieco nel 1862, ma continuò a comporre, dettando ai suoi allievi, lavori sinfonici in memoria di Pacini e di Rossini, numerosi brani strumentali e la parte centrale ed il finale del primo atto di un'opera. Mercadante si spense a Napoli il 17 dicembre 1870; circa un mese prima aveva dettato la sua ultima composizione, una Serenata per violoncello e pianoforte, a testimonianza della sua ricerca costante fra le relazioni tra canto lirico e espressione melodica strumentale.

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creato:mercoledì 16 luglio 2008
modificato:mercoledì 14 gennaio 2009