Cerca nel sito

Esplora>Compositori

Brani di Ludwig van Beethoven

Visualizza altro

Altri brani di questo genere

    • Maurizio Minardi
    • Maurizio Minardi
    • Maurizio Minardi / Maurizio Minardi / Maurizio Minardi / Maurizio Minardi

Visualizza altro

Ludwig van Beethoven

(Bonn, Germania, 17 dicembre 1770 - Vienna, Austria, 26 marzo 1827)

Ultimo grande rappresentante del classicismo viennese (dopo Gluck, Haydn e Mozart) Beethoven preparò l'evoluzione verso il romanticismo musicale ed influenzò tutta la musica occidentale per larga parte del XIX secolo. La sua opera si estende cronologicamente dal periodo classico agli inizi del romanticismo. 
Personalità inclassificabile («Voi mi avete dato l'impressione di essere un uomo con molte teste, molti cuori, molte anime» disse di lui Haydn verso il 1793), la sua arte si espresse in tutti i generi e, benché la musica sinfonica fosse la fonte principale della sua popolarità universale, è nelle opere per pianoforte e nella musica da camera che il suo impatto fu più considerevole.

Superando attraverso una ferrea volontà le prove di una vita segnata dal dramma della sordità, celebrando nella sua musica il trionfo dell'eroismo e della gioia quando il destino gli prescriveva l'isolamento e la miseria, Beethoven ha meritato nei primi anni del Novecento una celebre affermazione dello scrittore e Premio Nobel Romain Rolland: «Egli è molto avanti al primo dei musicisti. È la forza più eroica dell'arte moderna», espressione di una fede inalterabile nell'uomo e di un ottimismo volontario. L'opera di Beethoven ha fatto di lui una delle figure più significative nella storia della musica.

Ludwig van Beethoven nacque a Bonn nel 1770.
Di origine fiamminga, la famiglia lo avviò alla musica molto precocemente. Suo padre era tenore nella cappella arcivescovile ma, dedito all'alcool, non riuscì ad offrire al figlio un'infanzia serena. Ludwig iniziò la sua vera e propria educazione musicale sotto la guida di C. G. Neefe, un seguace dello stile di Ph. E. Bach che gli aprì ampie prospettive sia sul mondo musicale che su quello letterario.

Il 26 marzo 1778, all'età di 8 anni, Beethoven si presentò a Colonia per la sua prima esibizione pubblica conosciuta. Per la circostanza suo padre dichiarò che il giovanetto non aveva che sei anni.
A causa di ciò, lo stesso Beethoven pensò sempre di avere due anni in meno della sua effettiva età; molti anni più tardi, infatti, quando ricevette a Vienna una copia del suo atto di battesimo, pensò che si trattasse dell'atto di battesimo di suo fratello Ludwig Maria, nato due anni dopo di lui e deceduto in tenera età.

Solamente nel 1782, a dodici anni, Beethoven pubblicò la sua prima opera: le Nove variazioni in do minore per pianoforte su una marcia di Ernst Christoph Dressler (WoO 63) pubblicate a Mannheim, e le tre Sonatine dette all'Élettore che segnano simbolicamente l'inizio della sua produzione musicale.
L'anno seguente, Neefe scrisse, nella Rivista della Musica, a proposito del suo alunno: «Se continua così, sarà sicuramente un nuovo Mozart».

Nel 1784 il giovane Beethoven fu assunto come organista dall'arcivescovo Maximilian Franz, uomo dalle idee moderne che fondò l'Università di Bonn. Qualche anno dopo fu inviato dall'arcivescovo a perfezionarsi a Vienna, dove forse incontrò Mozart, ma dovette rientrare a Bonn per la morte della madre.
Nel 1789 s'iscrisse all'Università di Bonn, fondata solo tre anni prima, per soddisfare quelle curiosità intellettuali indispensabili per chi, come lui, non si sentiva uno stipendiato di corte ma un artista indipendente. Beethoven venne notato dal conte Ferdinand von Waldstein, il cui ruolo si rivelò determinante per il giovane musicista.

Nel 1792, sempre stipendiato dall'arcivescovo, ritornò a Vienna e studiò sotto la guida di Haydn e di Salieri. A Vienna Beethoven fece numerosi altri incontri.
L'invasione delle truppe francesi costrinse l'arcivescovo a fuggire da Bonn e Beethoven si ritrovò quindi libero professionista a Vienna, città nella quale rimase fino alla morte. Presto si affermò come improvvisatore e come esecutore di pianoforte, ammirato nei salotti e negli ambienti culturali della capitale. In questo periodo compose le prime Sonate per pianoforte, fra le quali la celebre Patetica op.13, ed i primi concerti per pianoforte e orchestra.

Nel 1800 Beethoven organizzò un nuovo concerto a Vienna che comprendeva, in particolar modo, l'esecuzione della sua Prima Sinfonia. Sebbene oggi consideriamo l'op.21 un'opera classica, per la vicinanza nella sua concezione alle sinfonie di Mozart e di Haydn, all'epoca molti ascoltatori trovarono questa composizione strana, ostentata ed eccessiva.
Già verso il 1798 si erano manifestati i primi sintomi della sua sordità che sarebbe progressivamente aumentata e che lo avrebbe costretto a condurre una vita più appartata e a rinunciare anche alla sua promettente carriera concertistica. Solo nel 1801, tuttavia, Beethoven confessò agli amici di Bonn il timore di diventare sordo.
Ciò indubbiamente inasprì il suo carattere, severo e difficile, ma nel contempo irrobustì la sua forza spirituale e il suo ottimismo: con la Terza Sinfonia, composta tra il 1802 e il 1803 e intitolata Eroica, egli annunciò questo suo rinnovamento interiore (si parla del 'secondo stile' di Beethoven); con la Quinta volle render chiara la forza morale da cui si sentiva animato e infine con la Sesta, detta Pastorale, innalzò una lode alla natura ed al creato.

La solitudine a cui la sordità lo costrinse soffocò anche i suoi progetti matrimoniali: egli dovette rinunciare a formarsi una famiglia e riversò sul nipote Carl il proprio affetto; quando a questi morì il padre (fratello di Beethoven), il musicista si impegnò per ottenere la tutela del ragazzo, togliendolo alla cognata, a suo parere donna dalla cattiva condotta morale.
La sua unica opera, il singspiel Fidelio, rivela chiaramente le idee di fedeltà e di amore coniugale tipiche del suo animo.

Anche nella scrittura pianistica lo stile di Beethoven si evolveva: fu nel 1804 con la Sonata per pianoforte n.21, dedicata al conte Waldstein, che colpì gli spettatori per il grande virtuosismo e le capacità tecniche che richiedeva sullo strumento.
Di stampo simile fu la grandiosa Sonata per pianoforte n.23 detta Appassionata (1805), al quale seguì il Triplo Concerto per pianoforte, violino, violoncello e orchestra (1804).
Nel luglio 1805 il compositore incontrò Luigi Cherubini, per il quale non nascondeva una forte ammirazione.

A trentacinque anni, Beethoven affrontò il genere musicale per il quale Mozart era più portato, l'opera. Nel 1801 si era entusiasmato per il libretto "Léonore o l'amore coniugale" del francese Jean-Nicolas Bouilly e l'opera Fidelio, che portava originariamente nel titolo il nome della sua eroina, Léonore, venne iniziato fin dal 1803.
Ma questa opera diede al suo autore difficoltà impreviste. Accolta male al debutto (soltanto tre rappresentazioni nel 1805), con Beethoven che si ritenne vittima di una cabala, il Fidelio conobbe non meno di tre versioni (1805, 1806 e 1814) e soltanto l'ultima ricevette un'accoglienza adeguata alla sua misura. Beethoven aveva composto un'opera oggi considerata fondamentale nel repertorio lirico, ma non volle ripetere quest'esperienza a causa delle troppe amarezze subite. Tuttavia, studiò alcuni altri progetti tra cui un Macbeth ispirato all'opera di Shakespeare, e soprattutto il Faust di Goethe, verso la fine della sua vita.

Dal 1809 tre nobili mecenati di Vienna, avendo ormai compreso l'eccezionale genio di Beethoven, si impegnarono a fornire al musicista uno stipendio annuo: egli poteva continuare a comporre liberamente con il solo vincolo di risiedere a Vienna.
Nel 1810 con Thérese Malfatti (1792–1851), ispiratrice della celeberrima bagatella per pianoforte Per Elisa (WoO 59), Beethoven progettò un matrimonio che non andò in porto e che gli provocò una delusione profonda. Di un altro evento importante nella vita sentimentale del musicista resta memoria nella celeberrima Lettera all'amata immortale, redatta in tre riprese a Teplitz tra il 6 e il 7 luglio 1812; la destinataria della missiva resterà forse per sempre un mistero.

Negli anni dal 1798 al 1815 Beethoven compose i suoi lavori più famosi: le sonate Al chiaro di luna e Appassionata; i Concerti per pianoforte e orchestra nn. 3, 4 e 5; le sue prime sette Sinfonie; i primi undici Quartetti per archi.

Dal 1815 la sordità si fece quasi completa e il musicista fu costretto a comunicare con gli altri solo per iscritto: per questo egli portava sempre con se un taccuino su cui gli interlocutori scrivevano quanto volevano dirgli. La sordità non fu il solo malanno che colpì il musicista; soffrì infatti di numerosi altri disturbi, ma sempre conservò la fiducia nella bontà della vita e nel suo Creatore: se così non fosse stato egli non sarebbe giunto a scrivere la Nona Sinfonia che contiene il celebre Inno alla gioia (su testo del poeta tedesco Schiller), un'invito alla fratellanza universale.

Il 7 maggio 1824 fu il giorno della prima esecuzione della Nona Sinfonia e, malgrado le difficoltà di esecuzione e soprattutto delle parti cantate, fu un successo. Purtroppo senza ricadute finanziarie.
I problemi finanziari continueranno a tormentare il compositore fino agli ultimi giorni della sua vita, sebbene, dopo la sua morte, verranno trovati alcuni titoli di credito che Ludwig aveva custodito per il nipote.

La grande stagione compositiva di Beethoven continuò ancora con i grandi ultimi quartetti per archi, Opus 127, 130, 131, 132, 133, 135. Opere difficili per i contemporanei, ed ancora pregne di lati oscuri. Tuttavia la vena del maestro sembrava inesauribile; anche una ipotetica decima sinfonia viene pensata ed abbozzata.

Nel dicembre 1826, ritornando a Vienna su di un carro scoperto, dopo l'ennesima lite con il fratello, Beethoven prese una terribile infreddatura. La malattia complicò la sua situazione di salute, già molto precaria.
Il 26 marzo 1827 Ludwig van Beethoven si spense all'età di 56 anni. Mentre Vienna non si occupava più della sua sorte da mesi, i suoi funerali, svoltisi il 29 marzo, riunirono una processione impressio nante di almeno ventimila persone. L'orazione funebre venne tenuta da Franz Grillparzer.

Magazzini Sonori
Proprietà dell'oggetto
Proprietà dell'articolo
creato:venerdì 8 febbraio 2008
modificato:martedì 17 agosto 2010