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Bruno Maderna

(Chioggia, 21 aprile 1920 – Darmstadt, 13 novembre 1973)

Compositore e direttore d'orchestra italiano, Bruno Maderna (all'anagrafe Bruno Grossato) compì studi musicali molto precoci: il nonno paterno si accorse presto delle doti musicali del nipote e lo seguì nei primi studi di violino. A sette anni Bruno Maderna si esibiva nel Concerto per violino di Max Bruch, a otto anni dirigeva l'orchestra del Teatro alla Scala e dell'Arena di Verona.
Successivamente, i suoi studi musicali proseguirono in modo piuttosto irregolare presso i Conservatori di Milano, Roma e Venezia, avvicinandosi a Malipiero e a Scherchen, che segneranno i due poli della sua esperienza artistica: l'amore per i classici e l'apertura all'avventura della musica moderna.
Durante la Seconda guerra mondiale aderì alla resistenza partigiana, fu in seguito catturato ed imprigionato dai nazisti.

Nel 1947 Gian Francesco Malipiero lo chiamò ad insegnare composizione presso il Conservatorio "Benedetto Marcello" di Venezia, anche se ne riconobbe i meriti come autore di musica solo molto più tardi. Il direttore del conservatorio veneziano, invece, ammirò sempre Maderna come acuto conoscitore e studioso della musica antica.
In quegli anni Maderna incontrò Luigi Nono, allora studente di giurisprudenza, che divenne suo allievo privato.
Due anni dopo Maderna era presente all'Internationale Ferienkurse für Neue Musik di Darmstdt, di cui divenne docente a partire dal 1956, con le B.A.C.H. Variationen per due pianoforti, tra i primi in Italia ad avvicinarsi al serialismo postweberiano.
A Darmstadt, Maderna entrò in contatto con molti autori che rivestiranno un ruolo importante nell'evoluzione della musica del secolo XX: Pierre Boulez, Olivier Messiaen, John Cage, Karlheinz Stockhausen e Henri Pousseur.
Inoltre numerose furono le frequentazioni con importanti interpreti della nuova musica come il flautista Severino Gazzelloni, per il quale scriverà Musica su due dimensioni.
Nascono in quegli anni, tra il Concerto per due pianoforti e strumenti, di sapore bartokiano (1948), e il Quartetto per archi seriale (1955), la Composizione n.2 per orchestra (1950) e la Serenata per 11 strumenti (1954).

Intanto, nel 1950, Maderna fu invitato da Karl Amadeus Hartmann a dirigere un concerto della rassegna Musica Viva a Monaco di Baviera: iniziò così la sua carriera internazionale di direttore d'orchestra, che proseguì sotto il segno di un forte eclettismo.
Nel 1951 fondò l'Internationales Kranichsteiner Kammerensemble, di cui fu direttore stabile insieme a Pierre Boulez.
Dopo l'incarico a Venezia, assieme a Luciano Berio e al tecnico Marino Zuccheri fondò lo Studio di Fonologia Musicale della RAI a Milano: in Musica su due dimensioni (per flauto e nastro magnetico) Maderna fu tra i primi ad immaginare e dare vita ad una fusione fra suoni sintetici ed esecuzioni dal vivo.
Assieme a Berio fondò anche la rivista "Incontri Musicali"; parallelamente, svolse attività didattica, tenne congressi e promosse manifestazioni e concerti con lo scopo di promuovere la musica contemporanea.
Negli anni '50 Maderna ebbe anche contatti con la musica di consumo, scrivendo commenti musicali per film e documentari, e facendo anche alcuni arrangiamenti jazz per big band.
Gli anni '60 segnano una svolta nell'opera di Maderna, con la scoperta della dimensione interpretativa: sono di questo periodo l'opera radiofonica Don Perlimplin (da G. Lorca), i tre Concerti per oboe e orchestra, l'Aulodia per Lothar per oboe d'amore e chitarra.
In questi anni, inoltre, si intensifica la sua carriera internazionale di direttore d'orchestra, soprattutto nel repertorio contemporaneo.
Nel 1971 assunse la direzione stabile dell'Orchestra Sinfonica della RAI di Milano. Un anno dopo vinse il Premio Italia con l'invenzione radiofonica Ages.

Nei suoi ultimi anni di vita raggiunse l'apice della carriera componendo i brani più maturi, soprattutto di tipo teatrale, come Ritratto di Erasmo (1970) o Venetian Journal, quasi una cantata scenica per tenore e strumenti (1972).
Nel 1973 gli venne diagnosticato un cancro ai polmoni e da lì a poco morì a Darmstadt, dove si era stabilito da tempo.
Il vasto cordoglio suscitato dalla sua prematura scomparsa è testimoniato anche dal numero di composizioni che furono dedicate alla sua memoria, tra cui il Rituel in Memoriam Bruno Maderna di Pierre Boulez, Calmo di Luciano Berio ed il Duo pour Bruno di Franco Donatoni.

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creato:lunedì 9 giugno 2008
modificato:mercoledì 14 gennaio 2009