Luigi Dallapiccola
(Pisino, 3 febbraio 1904 – Firenze, 19 febbraio 1975)
Luigi Dallapiccola, compositore e pianista italiano, fu tra i primi in Italia ad approdare, sul finire degli anni trenta, alla dodecafonia.
Dallapiccola nacque a Pisino, un piccolo paese nel centro dell'Istria, da genitori di origini trentine. Trascorse l'infanzia nella sua città natale, ma nel 1916 la sua famiglia fu costretta a trasferirsi a Graz (sfollata durante la prima guerra mondiale perché il padre, direttore di un liceo italiano di Pisino, venne ritenuto "elemento sovversivo" e "politicamente infido" dall'amministrazione austro-ungarica).
Malgrado le difficoltà patite durante il confino, il piccolo Luigi ebbe modo di assistere a numerose rappresentazioni d'opera presso il teatro della città stiriana, ascoltando Mozart, Weber, Wagner e furono proprio le suggestioni ricevute durante quelle rappresentazioni che lo convinsero a voler diventare lui stesso un compositore.
Dopo la guerra iniziò a studiare a Trieste sotto la guida di Alice Andrich Florio e Antonio Illersberg; è grazie a quest'ultimo che Dallapiccola scopre, nel 1921, il "Manuale di armonia" di Arnold Schönberg, che segnerà profondamente tutta la sua vita e produzione musicale.
Nel 1922 si trasferì a Firenze (città dove rimarrà fino alla fine della sua vita) dove completò gli studi pianistici con Ernesto Consolo, e quelli di composizione sotto la guida, inizialmente di Roberto Casiraghi e Corrado Barbieri, e in seguito di Vito Frazzi.
Nel 1925 iniziò la sua attività compositiva; risalgono agli anni trenta le prime, importanti affermazioni in concorsi internazionali, con brani come la Partita per orchestra, o Musica per tre pianoforti.
Nel 1936 terminò la composizione dei Cori di Michelangelo Buonarroti il giovane (ciclo in tre serie), che lo pose in prima linea nella rinascita moderna dell'arte madrigalistica italiana. Dopo 3 Studi (1932) e Rapsodia (1933) per voce e orchestra da camera, Divertimento in 4 esercizi per soprano e 5 strumenti, nel periodo 1937-1042 il linguaggio musicale di Dallapiccola si avvicinò alla dodecafonia, che negli anni successivi diverrà sempre più radicale.
Nel 1938 sposò Laura Coen Luzzatto, che diventerà ben presto una figura indispensabile per lo sviluppo del linguaggio dallapiccoliano.
Nel 1940 gli venne offerta, per chiara fama, la cattedra di composizione al conservatorio Cherubini di Firenze; Dallapiccola stesso rinuncerà a questa carica nell'immediato dopoguerra, ritornando al suo impiego iniziale (insegnante di pianoforte complementare).
Particolarmente sensibile agli eventi storico-politici, negli anni della seconda guerra mondiale scrisse i Canti di prigionia, seguiti successivamente dall'opera Il prigioniero.
Il periodo che inizia verso la fine della guerra è uno dei più intensi e felici di Dallapiccola: a esso risalgono i Sex Carmina Alcei e Due liriche di Anacreonte per voce e strumenti, Ciaccona, Intermezzo e Adagio per violoncello solo, Rencesval per baritono e pianoforte, Quattro liriche di A. Machado per soprano e pianoforte, Tre poemi per soprano e orchestra da camera.
Dallapiccola nacque a Pisino, un piccolo paese nel centro dell'Istria, da genitori di origini trentine. Trascorse l'infanzia nella sua città natale, ma nel 1916 la sua famiglia fu costretta a trasferirsi a Graz (sfollata durante la prima guerra mondiale perché il padre, direttore di un liceo italiano di Pisino, venne ritenuto "elemento sovversivo" e "politicamente infido" dall'amministrazione austro-ungarica).
Malgrado le difficoltà patite durante il confino, il piccolo Luigi ebbe modo di assistere a numerose rappresentazioni d'opera presso il teatro della città stiriana, ascoltando Mozart, Weber, Wagner e furono proprio le suggestioni ricevute durante quelle rappresentazioni che lo convinsero a voler diventare lui stesso un compositore.
Dopo la guerra iniziò a studiare a Trieste sotto la guida di Alice Andrich Florio e Antonio Illersberg; è grazie a quest'ultimo che Dallapiccola scopre, nel 1921, il "Manuale di armonia" di Arnold Schönberg, che segnerà profondamente tutta la sua vita e produzione musicale.
Nel 1922 si trasferì a Firenze (città dove rimarrà fino alla fine della sua vita) dove completò gli studi pianistici con Ernesto Consolo, e quelli di composizione sotto la guida, inizialmente di Roberto Casiraghi e Corrado Barbieri, e in seguito di Vito Frazzi.
Nel 1925 iniziò la sua attività compositiva; risalgono agli anni trenta le prime, importanti affermazioni in concorsi internazionali, con brani come la Partita per orchestra, o Musica per tre pianoforti.
Nel 1936 terminò la composizione dei Cori di Michelangelo Buonarroti il giovane (ciclo in tre serie), che lo pose in prima linea nella rinascita moderna dell'arte madrigalistica italiana. Dopo 3 Studi (1932) e Rapsodia (1933) per voce e orchestra da camera, Divertimento in 4 esercizi per soprano e 5 strumenti, nel periodo 1937-1042 il linguaggio musicale di Dallapiccola si avvicinò alla dodecafonia, che negli anni successivi diverrà sempre più radicale.
Nel 1938 sposò Laura Coen Luzzatto, che diventerà ben presto una figura indispensabile per lo sviluppo del linguaggio dallapiccoliano.
Nel 1940 gli venne offerta, per chiara fama, la cattedra di composizione al conservatorio Cherubini di Firenze; Dallapiccola stesso rinuncerà a questa carica nell'immediato dopoguerra, ritornando al suo impiego iniziale (insegnante di pianoforte complementare).
Particolarmente sensibile agli eventi storico-politici, negli anni della seconda guerra mondiale scrisse i Canti di prigionia, seguiti successivamente dall'opera Il prigioniero.
Il periodo che inizia verso la fine della guerra è uno dei più intensi e felici di Dallapiccola: a esso risalgono i Sex Carmina Alcei e Due liriche di Anacreonte per voce e strumenti, Ciaccona, Intermezzo e Adagio per violoncello solo, Rencesval per baritono e pianoforte, Quattro liriche di A. Machado per soprano e pianoforte, Tre poemi per soprano e orchestra da camera.
Nel dopoguerra la sua fama internazionale crebbe di continuo, in tutta Europa e in America.
Nel 1949 a Milano fu tra gli organizzatori del "Primo congresso internazionale di musica dodecafonica", assieme a Riccardo Malipiero ed a colleghi più giovani quali Camillo Togni e Bruno Maderna.
Dopo il 1950 Dallapiccola compose un piccolo gruppo di lavori strumentali: Tartiniana (1951) e Tartiniana seconda (1956) per violino e orchestra da camera, Quaderno musicale di Annalibera per pianoforte, Piccola musica notturna per orchestra.
Il ritorno alla voce umana caratterizza alcune tra le sue opere più intense: Goethe-Lieder per mezzosoprano e tre clarinetti (1953), Canti di liberazione per coro e orchestra (1955), 5 Canti per baritono e 8 strumenti (1956) ed altri ancora.
Nel 1968 a Berlino andò in scena il suo Ulisse, opera su libretto proprio tratto dall'Odissea, frutto di un lavoro più che decennale che il compositore definì "il risultato di tutta la mia vita".
Nel 1972 compose il brano Commiato per voce e strumenti, dal titolo profetico: sarà la sua ultima composizione.
Nel 1949 a Milano fu tra gli organizzatori del "Primo congresso internazionale di musica dodecafonica", assieme a Riccardo Malipiero ed a colleghi più giovani quali Camillo Togni e Bruno Maderna.
Dopo il 1950 Dallapiccola compose un piccolo gruppo di lavori strumentali: Tartiniana (1951) e Tartiniana seconda (1956) per violino e orchestra da camera, Quaderno musicale di Annalibera per pianoforte, Piccola musica notturna per orchestra.
Il ritorno alla voce umana caratterizza alcune tra le sue opere più intense: Goethe-Lieder per mezzosoprano e tre clarinetti (1953), Canti di liberazione per coro e orchestra (1955), 5 Canti per baritono e 8 strumenti (1956) ed altri ancora.
Nel 1968 a Berlino andò in scena il suo Ulisse, opera su libretto proprio tratto dall'Odissea, frutto di un lavoro più che decennale che il compositore definì "il risultato di tutta la mia vita".
Nel 1972 compose il brano Commiato per voce e strumenti, dal titolo profetico: sarà la sua ultima composizione.
Luigi Dallapiccola si spegnerà a Firenze il 19 febbraio 1975, a causa di un edema polmonare.
Nel corso della sua vita Dallapiccola ricevette numerosissimi riconoscimenti: nel 1953 diventò membro dell'Accademia delle belle arti di Baviera, in seguito fu nominato membro dell'Accademia dell'arte di Berlino (1958), della Royal Academy of Music di Londra (1969) e dell'Accademia di musica ed arte di Graz (1969).
Ricevette inoltre il gran premio per la musica del Land Nord Reno-Vestfalia, il premio "Ludwig-Spohr" della città Braunschweig, il premio "Moretti d'oro" della regione Friuli Venezia Giulia, il "Prix Arthur Honegger" a Parigi (1972), il premio Feltrinelli per la musica assegnato dall'Accademia Nazionale dei Lincei (1973) ed il premio internazionale d'arte "Albert Schweitzer".
Oltre a ciò, ricevette la laurea "honoris causa" dall’Università di Durham e dall’Università di Edimburgo (entrambe nel 1973); nello stesso anno gli fu inoltre conferita l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Ricevette inoltre il gran premio per la musica del Land Nord Reno-Vestfalia, il premio "Ludwig-Spohr" della città Braunschweig, il premio "Moretti d'oro" della regione Friuli Venezia Giulia, il "Prix Arthur Honegger" a Parigi (1972), il premio Feltrinelli per la musica assegnato dall'Accademia Nazionale dei Lincei (1973) ed il premio internazionale d'arte "Albert Schweitzer".
Oltre a ciò, ricevette la laurea "honoris causa" dall’Università di Durham e dall’Università di Edimburgo (entrambe nel 1973); nello stesso anno gli fu inoltre conferita l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Tutta l'arte di Dallapiccola è ispirata dall'esperienza profonda della mancanza di libertà, sofferta in nome della libertà. In questo senso egli interpretò anche la dodecafonia, tecnica sentita come regno della costrizione da cui liberarsi unicamente attraverso l'immagine poetica.
creato: | martedì 13 maggio 2008 |
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modificato: | giovedì 15 gennaio 2009 |