TubuSinFabula
progetto di diffusione di suoni di confine
- Gabriele Gubbelini – didjeridoo, didjeribone, berimbao, programming
- Pietro Procopio – basso, programming
- Antonino Barresi – flauto traverso, ciaramella, synth, chitarra, voce
- Max Castlunger – percussioni, bansuri
- Domenico Mellace - batteria
- Leonardo Ferraro: realizzazione video
- Valentina Vanja Suprani: organizzazione, management, installazione fotografica
L'onirico è una dimensione dove tutto avviene. Nel divenire sogno, del suono, la fusione delle percezioni è cercata nella sua totalità e offerta a coloro che intendono aprirne i canali verso un'emozione "altrove". Non esiste schema in questa dimensione, così come non esiste nel concetto che rende vibranti i TubusInFabula, fusione di radici sonore distanti, differenti, curiosi al pensiero e profondi all'ascolto. Ritmica e ricerca del suono i binari sui quali si basa l'azione del progetto, mirata a cercare esperienze e territori musicali lontani, al confine. E su questi, immaginare e comporre strutture che come ponti permettano di portare la vista al di là dell'orizzonte, lasciando confondere i limiti prima cercati nei colori e nelle sfumature delle visioni. E' un suono da ascoltare, non necessariamente ad occhi aperti per scrutarne l'origine. È libero, così come ciò che chiede. Libertà nell'ascolto e nella percezione. Non c'è genere. C'è musica. Si vuole per forza trovarne uno? Organico. Genere organico. Viscerale la chiamata che dal didjeridoo si diffonde nell'aria, invita ad aprirsi. Precisa, e varia, la risposta delle altre voci dei Tubus, che invitano quest'ultimo a lasciarsi tentare da contaminazioni sempre differenti. E alla fine, il suono diventa uno solo. Ogni membrana e piatto della batteria, ogni parola ricercata, pronunciata e poi cantata, ogni corda pizzicata, percossa, animata, ogni tasto, sia bianco o sia nero, ogni pelle di percussione lasciata libera di vibrare, ogni vibrazione e respiro che rendono vivo il didjeridoo, ogni immagine di noi che suoniamo tutto ciò, diviene ed esiste in quanto organo vitale di un 'unica, antropomorfa figura, fauno senza tempo. Che suona, che balla, che si nutre di musica e gode di essa, convinto, fermamente convinto, di offrire quantomeno una singolare emozione a chi lo incontra. Una mano tesa alle sonorità presenti, con la mente ben salda nelle radici sonore passate e gli occhi vigili e curiosi su cosa ci riserverà il futuro. Ma senza fiatare nel comune gergo, ma solo suonando, continuiamo, imperturbabili, a rendere concreti i nostri sogni e ad invitare chi ci ascolta a lasciarsi trasportare.
Commenti
creato: | giovedì 24 settembre 2009 |
---|---|
modificato: | lunedì 28 maggio 2012 |