Anonimo sec. XVIII - "Vivace"* [02.19]
Data composizione | 07/05/1994 |
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Luogo esecuzione | Chiesa S.M.Maggiore di Teggiano (SA) |
Raccolta | "Musiche napoletane dei sec. XVI, XVII, XVIII" |
Etichetta | EDIZIONI ANALISI, Bologna |
Produttore | DIANUM/MUSICA RESTITUITA |
Data di pubblicazione | 1994 |
Genere | Musica Classica / Antica |
Provenienza | Registrazioni Barocco u.r.c.a. |
Licenza | Tutti i diritti riservati |
Organo: M° Iolando Scarpa
Flauto: Antonio Cimino.
Registrazione digitale (dal vivo): Paolo Ferrrario
* Brano inedito, dall'Archivio Carrano di Teggiano (SA).
Del ricco e variegato patrimonio organario antico e storico presente nelle chiese del Vallo di Diano, l'organo di S.Maria Maggiore di Teggiano è l'unico strumento perfettamente efficiente e funzionante.
La costruzione dell'organo della chiesa di Teggiano ascende a un anonimo artigiano, sicuramente di area napoletana, nel 1716; successivamente l'organaro nativo di Teggiano Domenico De Alto sottopose lo strumento a un intervento conservativo, nel 1831, senza modificarne la fisionomia sonora. In tempi più recenti ne fu affidato il restauro alla ditta Giustozzi di Foligno.
Va detto che, per quanto i mantici dell'organo siano attualmente azionati da un motore acusticamente non perfettamente isolato, lo strumento è comunque degno di interesse e appare ideale a riproporre al pubblico di oggi alcune pagine strumentali ricavate dal cospicuo repertorio che la scuola napoletana antica ci sa ancora offrire.
[sunto di Paolo Ferrario, dal testo di Iolando Scarpa, tratto dal libretto del CD: "Musiche napoletane dei sec. XVI, XVII, XVIII"; DDD - Musica Restituita, MR CD01]
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Flauto: Antonio Cimino.
Registrazione digitale (dal vivo): Paolo Ferrrario
* Brano inedito, dall'Archivio Carrano di Teggiano (SA).
Del ricco e variegato patrimonio organario antico e storico presente nelle chiese del Vallo di Diano, l'organo di S.Maria Maggiore di Teggiano è l'unico strumento perfettamente efficiente e funzionante.
La costruzione dell'organo della chiesa di Teggiano ascende a un anonimo artigiano, sicuramente di area napoletana, nel 1716; successivamente l'organaro nativo di Teggiano Domenico De Alto sottopose lo strumento a un intervento conservativo, nel 1831, senza modificarne la fisionomia sonora. In tempi più recenti ne fu affidato il restauro alla ditta Giustozzi di Foligno.
Va detto che, per quanto i mantici dell'organo siano attualmente azionati da un motore acusticamente non perfettamente isolato, lo strumento è comunque degno di interesse e appare ideale a riproporre al pubblico di oggi alcune pagine strumentali ricavate dal cospicuo repertorio che la scuola napoletana antica ci sa ancora offrire.
[sunto di Paolo Ferrario, dal testo di Iolando Scarpa, tratto dal libretto del CD: "Musiche napoletane dei sec. XVI, XVII, XVIII"; DDD - Musica Restituita, MR CD01]
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Questo brano ha
creato: | mercoledì 4 giugno 2008 |
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modificato: | mercoledì 4 giugno 2008 |