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Brani di Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna

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Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna

L'Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna, nata come frutto di una politica culturale coraggiosa e innovativa da parte della Regione Emilia-Romagna, nel corso della sua ormai ultratrentennale esistenza si è sviluppata grazie ai numerosi stimoli provenienti dalla dinamicità imprenditoriale, grazie alla tensione verso l’eccellenza artistica e alla necessità di superare le ricorrenti difficoltà economiche.

Il nome iniziale dell'orchestra fu Orchestra Stabile dell'Emilia Romagna, denominazione il cui acronimo (Oser) è divenuto una sigla alquanto familiare nel panorama musicale regionale e nazionale.
L'anno di nascita ufficiale fu il 1975, ma da circa una quindicina d'anni si parlava dell'opportunità di un'orchestra stabile capace di soddisfare la domanda di musica proveniente dallo straordinario e unico bacino d'utenza costituito dalle città e dai teatri storici distribuiti in tutta l'Emilia Romagna.
L'Orchestra Stabile dell'Emilia Romagna nacque con un atto sottoscritto da tutti i comuni capoluogo, con l'aggiunta di Cesena e Rimini, e da tutte le Amministrazioni provinciali dell'Emilia Romagna, con un organico stabile di 37 elementi.
In realtà il complesso non nasceva dal nulla: già da qualche anno, infatti, era attivo a Parma e nei teatri della regione il Complesso d'archi dell'Emilia Romagna, formato da diciotto strumentisti (sotto la direzione di Angelo Campori e con Astorre Ferrari violino di spalla). Il Complesso d'Archi costituì il nucleo originario della nuova Orchestra.

Nel suo primo anno di vita l'Oser si esibì in 141 recite, fra opere liriche e concerti sinfonici, e anche gli anni successivi furono assai fecondi. La tendenza nettamente positiva accomunava la crescita della qualità artistica, il consolidamento istituzionale, i risultati sul piano della produzione e del pubblico.
Nel 1977 l'Oser ottenne il riconoscimento ministeriale di Istituzione Concertistico Orchestrale (Ico), accedendo così ai finanziamenti pubblici per le principali formazioni orchestrali del Paese.
Nello stesso anno una legge regionale istituì una sovvenzione annuale che, da allora, ha fatto della Regione Emilia Romagna il referente istituzionale dell'Oser, ratificando anche la sua vocazione di servizio al territorio che, nelle varie fasi di esistenza dell'orchestra, si è conservata inalterata.
Nel 1987 il numero delle recite annuali era salito a circa 300.

Dopo i riconoscimenti e la rafforzata disponibilità di risorse pubbliche, segnale della crescita sul versante artistico fu il manifestarsi dell'esigenza di un direttore musicale, presenza costante ed esperta che consentisse alla compagine orchestrale di maturare una propria personalità interpretativa.
Il primo direttore ad assumere questo incarico fu Piero Bellugi, che condusse l'orchestra nel biennio 1980-81.
Ad esso seguirono Gunther Neuhold (1982-1985), Vladimir Delman (1986-1988) e Hubert Soudant (1988-1992).
Con essi, nell'arco di un decennio, il repertorio e la visuale dell'orchestra si ampliarono decisamente consentendole di attestarsi su uno standard di primissimo piano nel panorama sinfonico italiano.
Nei primi anni, i programmi dei concerti si incentravano sulle pagine orchestrali del classicismo e del primo romanticismo (Mozart, Beethoven, Schubert, Mendelssohn), sul repertorio vocale e strumentale del melodramma (con in testa Giuseppe Verdi), mostrando fin dall'inizio una significativa attenzione per la musica italiana del Novecento (non a caso, nel programma del primo concerto dell'Oser, tenuto a Cesenatico il 30 aprile 1975, spiccava il Ritratto di Don Chisciotte di Goffredo Petrassi).
 
Nel 1982, lasciando invariato l'acronimo Oser, la denominazione venne cambiata in Orchestra Sinfonica dell'Emilia Romagna “Arturo Toscanini”, ponendo una sorta di sigillo ufficiale a un'affinità elettiva che era già nei fatti.
Nel nuovo statuto l'organico saliva a 65 elementi, ponendo le basi per potersi confrontare con la letteratura orchestrale e operistica più impegnativa.
Nella stagione 1982-83, infatti, l'Oser affrontò il Pelléas et Mélisande di Debussy e, sotto la guida suo nuovo direttore Gunther Neuhold, La Walkiria di Wagner. Sempre con Neuhold, nel 1982, nei programmi dei concerti dell'Oser comparvero per la prima volta Brahms e Bruckner (Seconda e Quarta Sinfonia rispettivamente).
L'anno successivo fu, invece, la volta di Strauss (Tod und Verklärung e una memorabile Salomè) e poi di Mahler (Prima Sinfonia), autore che ritornerà puntualmente nei tre anni seguenti con la Quarta (Soudant), la Seconda e la Quinta (Neuhold).
Dal canto suo Delman, mentre aprì a Berlioz (Symphonie Fantastique 1984), condusse i suoi saggi interpretativi sulle partiture russe di Musorgskij, Ciaikovskij, Šostakovic.
Il frutto dell'intensa attività dell'Oser si tradussero nell'assegnazione di due premi Abbiati, nel 1982 e nel 1986.
 
La fine degli anni '80 e i primi anni '90, accanto a successi degni di nota (come i quattro concerti tenuti a New York nel 1990, il plauso per i cicli integrali delle sinfonie di Ciaikovskij e Beethoven diretti rispettivamente da Soudant nel 1988 e Delman nel 1992), segnarono un momento di impasse per l'Oser, in relazione anche ai fattori più generali che stavano delineando un generale scenario di crisi per la musica e per lo spettacolo dal vivo in Italia.
A Hubert Soudant successe nella carica di direttore musicale una figura di grande esperienza e carisma come Gianandrea Gavazzeni, ultraottantenne direttore nato nel 1909, che rimase alla guida dell'orchestra fino al 1996, anno della sua morte.

L'età del direttore non consentì all'Oser, tuttavia, di proseguire l'attività con grande intensità e dinamicità, cosa che gravò sulla già difficile situazione generale.
Ciò che l'Oser dovette fronteggiare in quegli anni, come altre istituzioni musicali italiane, era la costante diminuzione dei finanziamenti statali che incidevano sulla capacità produttiva dell'orchestra dal un lato, ma soprattutto gravavano sui teatri di tradizione che erano i principali committenti della sua attività.
A fronte di ciò, la direzione generale dell'orchestra (dal 1982 affidata a Gianni Baratta) intraprese in quegli anni una strategia di investimenti audace e articolata, una scelta all'origine dell'aumento di bilancio e di difficoltà crescenti.
Le recite, che nel 1987 avevano sfiorato le 300 serate, scesero a circa 160 nel 1992.

Nel frattempo l'Oser aveva avviato alcune iniziative nel campo della promozione e della formazione di giovani artisti: nel 1985 prese il via il Concorso di direzione d'orchestra Arturo Toscanini, poi abbinato a un Corso Superiore di Perfezionamento per direttori d'orchestra condotto per qualche tempo da Vladimir Delman. Nel 1986 nacque invece il Concorso internazionale di composizione Goffredo Petrassi.
Negli stessi anni l'Oser vide accrescere notevolmente la sua notorietà internazionale con tournée e concerti che, dal 1989 in poi, l'hanno vista ogni anno presente nelle più prestigiose sedi concertistiche delle maggiori capitali mondiali (Parigi, Vienna, New York, Boston, Berlino, Mosca, San Pietroburgo, Lipsia, Madrid, Pechino, Tokyo, ecc.).
Ulteriore sviluppo in direzione della formazione dei giovani musicisti, attuato grazie al sostegno del Fondo Sociale Europeo, fu nel 1994 l'avvio dell'Accademia Musicale dell'Emilia Romagna, ribattezzata in seguito Accademia Musicale Verdi-Toscanini.

In quello stesso 1994 si colloca anche la svolta decisiva nella storia dell'orchestra dell'Emilia Romagna, intesa a superare le difficoltà di gestione e rilanciare la capacità dell'orchestra: per iniziativa della Regione, del Comune e della Provincia di Parma si diede vita a quella Fondazione Arturo Toscanini che, l'anno successivo, assorbì in un unico rinnovato organismo l'Oser e la neonata Accademia Musicale. Sovrintendente fu nominato Gianni Baratta.

Dopo la morte di Gianandrea Gavazzeni trascorsero due anni prima che venisse nominato, nel 1998, un nuovo direttore musicale: Patrick Fournillier.
Sempre nel 1998, la Fondazione avviò un ulteriore settore di attività produttiva: l'opera lirica, attività che prese slancio nel 2001 con la gestione delle attività del teatro Verdi di Busseto in occasione delle celebrazioni Verdiane e, a partire dal 2003, con la gestione della stagione del Teatro Municipale di Piacenza e del Teatro Sociale di Mantova e con allestimenti firmati da registi quali Pier'alli, Pier Luigi Pizzi, Franco Zeffirelli.

Impegnata ormai su molti fronti, la Fondazione necessitava di risorse sempre più considerevoli: con un ulteriore intervento fu costituita l'Orchestra Filarmonica, con l'obiettivo di farle assumere un profilo di eccellenza internazionale, lasciando alla preesistente Orchestra stabile il compito di operare sul territorio regionale.
Nel 2002 nacque così la Filarmonica Arturo Toscanini che debuttò al Festival di Strasburgo sotto la guida di Lorin Maazel, e che in pochi anni ha intrapreso un'attività sinfonica brillantissima, riscuotendo ovunque consensi sotto la guida di direttori del calibro di Zubin Mehta, Yuri Temirkanov, Kurt Masur, Charles Dutoit, Mstislav Rostropovich, Georges Prêtre, Eliahu Inbal, Rafael Fruhbeck de Burgos, Jeffrey Tate e dello stesso Lorin Maazel, che nel 2004 fu nominato direttore musicale della Filarmonica.
Insieme alla Toscanini si sono esibiti solisti quali Maxim Vengerov, Stanislav Bunin, Misha Maisky, Mariella Devia, Anna Caterina Antonacci, Mike Patton, Lucio Dalla, Uto Ughi, Salvatore Accardo, Marco Rizzi, Steven Isserlis, Boris Petrushansky, Juan Diego Flórez.

Nuovi problemi economici provocarono un cambio di statuto e la nomina di un nuovo consiglio d'amministrazione, alla cui presidenza viene nominato il presidente dell'ATER Maurizio Roi.
Nel 2006 si interrompe il rapporto con Lorin Maazel.
La Fondazione si è presentata all'appuntamento con le celebrazioni toscaniniane del 2007 e ha invitato sul podio della Filarmonica direttori giovani ma già affermati a livello internazionale. Fra questi spiccano Vladimir JurowskiKazushi OnoCarlo Rizzi, ma anche nomi come Tugan Sokhiev, Juraj Valcuha, Tomas Netopil, Yoel Levi, Michele Mariotti, Dimitri Jurowski, Paolo Arrivabeni, Lawrence Renes.

Il 16 gennaio 2008, per la prima volta nella sua storia, la Filarmonica Arturo Toscanini si esibisce al Teatro alla Scala chiudendo le Celebrazioni per il 50° della morte di Arturo Toscanini.
La Filarmonica e l'Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna (questo il nome che ha oggi l'orchestra dedicata al repertorio lirico) sono oggi articolazioni diverse di un medesimo e versatile organismo orchestrale, pensato per affrontare al meglio le sfide di qualità artistica ed efficienza produttiva.
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creato:lunedì 28 luglio 2008
modificato:martedì 14 febbraio 2017