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Orlando Di Lasso

(Mons, 1532 – Monaco di Baviera, 1594)

Orlando di Lasso è considerato uno dei massimi compositori di musica polifonica del Rinascimento.

Giovane corista della chiesa di San Nicola a Mons, Roland de Lassus, noto in Italia come Orlandi Di Lasso, nel 1544 viene assunto alla corte di Ferrante I Gonzaga, viceré di Carlo V in Sicilia, con il quale viaggiò in Francia e in Italia.

Dal 1549 al 1552 è a Napoli, poi dal 1553 al 1554 a Roma come maestro di cappella a San Giovanni in Laterano, dove incontra Giovanni Pierluigi da Palestrina. Dal 1560 al 1594 rimane a servizio del duca Alberto V di Baviera, divenendo maestro di cappella di corte. Nel corso del suo incarico compie diversi viaggi nei Paesi Bassi, in Germania, Boemia e soprattutto in Italia.

Ottiene alcune importanti onorificenze, rare per un musicista: è infatti nobilitato dall'Imperatore Massimiliano II e nel 1574 diventa cavaliere dello Speron d'oro da Papa Gregorio XIII. Rimasto presso la corte bavarese, è tenuto in gran considerazione dai duchi Alberto V Wittelsbach e Guglielmo V Wittelsbach.

Lasso fu un compositore estremamente prolifico, sia di musica sacra che profana; la sua produzione comprende mottetti, madrigali, villanelle napoletane, chansons francesi.

Maestro nell'arte del contrappunto e profondo conoscitore delle tecniche polifoniche, utilizza con straordinaria efficacia e originalità il linguaggio musicale dell'epoca, differenziandosi dai compositori delle generazioni precedenti (Obrecht e Desprez). Insieme al contemporaneo Giovanni Pierluigi da Palestrina, Lasso è considerato un esponente di spicco della cultura musicale del Rinascimento in Europa.

Orlando di Lasso, insieme al figlio Rodolfo, compone alcune versioni dei Salmi di Caspar Ulenberg, le cui melodie sono basate essenzialmente sul Salterio ginevrino. Molte delle sue composizioni vengono pubblicate dal collega ed editore Tielman Susato, che agevola la diffusione della sua musica in tutta Europa.

Nel 1585, di ritorno da un pellegrinaggio a Loreto, visita Ferrara, dove ha la possibilità di ascoltare la nuova musica italiana, di stile moderno, da cui però non viene influenzato, manifestando nelle sue composizioni più tarde un conservatorismo stilistico.

Poco prima di morire dedica a Papa Clemente VIII il suo ultimo ciclo di composizioni, le Lagrime di S. Pietro, aggiungendo ad esso un mottetto a sette voci, Vide homo quae pro te patior. Fu sepolto nel cimitero (oggi non più esistente) della chiesa del Salvatore a Monaco di Baviera.

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creato:martedì 3 febbraio 2015
modificato:martedì 14 febbraio 2017