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Béla Bartók

(Nagyszentmiklós, oggi anche Sânnicolau Mare, 1881 – New York, 26 settembre 1945)

Béla (Viktor János) Bartók, studioso della musica popolare dell'Europa orientale e del Medio Oriente fu uno dei pionieri dell'etnomusicologia. Venne sin da piccolo educato alla musica, dapprima dalla madre che gli insegnò i rudimenti del pianoforte, in seguito (a soli dodici anni) dal maestro L. Erkel che lo iniziò alla composizione. Più tardi studiò pianoforte con István Thoman e composizione con János Koessler all'Accademia Reale della Musica di Budapest. Lì incontrò Zoltán Kodály e insieme raccolsero musica popolare dalla regione. Questo ebbe molta influenza sul suo stile.

Precedentemente, l'idea che Bartók aveva della musica popolare ungherese derivava dalle melodie gitane che potevano essere ascoltate nei lavori di Franz Liszt, e nel 1903 Bartók scrisse un grande lavoro orchestrale, Kossuth, in onore di Lajos Kossuth, eroe della rivoluzione ungherese del 1848, contenente melodie gitane di quel tipo.
 
Dopo aver scoperto le musiche contadine dei magiari, Bartók cominciò a includere canzoni popolari nelle proprie composizioni e a scrivere temi originali con caratteristiche simili, oltre ad usare frequentemente figure ritmiche di matrice folklorica. La musica di Richard Strauss, che incontrò alla prima di Also sprach Zarathustra a Budapest nel 1902, lo influenzò molto. Questo nuovo stile emerse durante gli anni seguenti.
Bartók stava costruendo la sua carriera pianistica, quando nel 1907 ottenne il posto di professore di pianoforte all'Accademia Reale. Ciò gli permise di rimanere in Ungheria e di non girare l'Europa come pianista, e gli lasciò più tempo per raccogliere altre canzoni popolari, soprattutto in Transilvania.
 
Intanto la sua musica cominciava ad essere influenzata da questi interessi e dalla musica di Claude Debussy che Kodály aveva portato da Parigi. Probabilmente il primo brano che mostrava chiaramente i suoi nuovi interessi è Quartetto per archi n. 1 (1908), che contiene vari rimandi alla musica folklorica. Nel 1909 Bartók sposò Márta Ziegler.
Nel 1911, Bartók scrisse quella che sarebbe stata la sua unica opera, Il castello del principe Barbablù, dedicata a sua moglie, Márta. Con questa composizione partecipò a un concorso indetto dalla Commissione Ungherese per le Belle Arti, ma la respinsero. Lo scoppio della prima guerra mondiale lo costrinse ad interrompere queste spedizioni, e ritornò a comporre, scrivendo il balletto Il principe di legno nel 1914-16 e il Quartetto per archi n. 2 nel 1915-17. Fu Il principe di legno a dargli un certo grado di fama internazionale. Bartók successivamente lavorò ad un altro balletto, Il mandarino meraviglioso, influenzato da Igor Stravinskiy, Arnold Schoenberg, così come da Richard Strauss, e poi a due sonate per violino che sono alcuni dei pezzi più complessi da lui scritti, sia armonicamente che struttural- mente. Scrisse il terzo e quarto quartetto d'archi, considerati opere eccellenti, nel 1927-28.
 
In seguito il suo linguaggio armonico si fece più semplice. Il Quartetto per archi n. 5 (1934) è più tradizionale da questo punto di vista. Bartók scrisse il sesto e ultimo quartetto per archi nel 1939. Il mandarino meraviglioso fu iniziato nel 1918, ma non fu eseguito fino al 1926 a causa dell'argomento trattato: una storia che parla di prostituzione, furto e omicidio. Nel 1940, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, e con il peggioramento della situazione politica in Europa, Bartók si convinse che doveva andarsene dall'Ungheria. Bartók si oppose fortemente ai nazisti. Dopo che ebbero preso il potere in Germania, non vi tenne più concerti e lasciò il suo editore tedesco. Le sue vedute liberali (che sono evidenti nell'opera Il castello del principe Barbablù e nel balletto Il mandarino meraviglioso) gli causarono una gran quantità di problemi da parte della destra ungherese. Dopo aver spedito i suoi manoscritti all'estero, Bartók si trasferì con riluttanza negli USA con Ditta Pásztory.
 
Serge Koussevitsky gli commissionò di scrivere il Concerto per orchestra, che divenne il lavoro più popolare di Bartók e che risollevò le sue finanze. Anche Yehudi Menuhin gli chiese di scrivere una Sonata per violino solo. Questo sembrò risvegliare il suo interesse nella composizione, si dedicò alla scrittura del Concerto per pianoforte e orchestra n. 3, un lavoro arioso e quasi neo-classico, e iniziò il suo Concerto per viola e orchestra.
 
Béla Bartók morì a New York di leucemia. Alla sua morte lasciò incompiuto il concerto per viola; fu completato più tardi dal suo allievo, Tibor Serly.
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creato:giovedì 14 febbraio 2008
modificato:giovedì 15 gennaio 2009