Concerto della classe di composizione del Conservatorio "G.B. Martini" di Bologna. Da un racconto di Jorge Luis Borges, lo spettacolo è la rappresentazione di un'assenza realizzata con una voce (senza corpo in scena) e uno strumentista (in scena) che tenta disperatamente di recuperare quella voce, imitandone i profili frequenziali. In questa "lettura musicale" il contenuto fonetico del testo recitato si distacca poco a poco da quello semantico e genera ombre di suono elettronici, prolungamenti ed echi musicali "altri" che si annidano tra respiri e inflessioni vocali.
Col proseguo della lettura il mondo sonoro si moltiplica e si riverbera, generando orizzonti di senso che si rincorrono "a spirale”, in modo analogo a quelli di Borges, pur secondo le logiche della musica e del teatro.