Giuseppe Martucci
(Capua, 6 gennaio 1856 - Napoli, 1 giugno 1909)
Giuseppe Martucci fu un compositore, pianista e direttore d'orchestra italiano dedito particolarmente alla musica strumentale.
Figlio di un trombettista (Gaetano Martucci), fu un fanciullo prodigio: a otto anni teneva concerti solistici di pianoforte. Studiò al Conservatorio di Napoli con Beniamino Cesi e Paolo Serrao.
Già dopo il 1870 iniziò un'intensa attività concertistica, in Italia e all'estero, che suscitò l'entusiasmo di Rubinstein e di Liszt. Era infatti considerato uno dei migliori pianisti del tempo.
Insegnò dal 1880 nel Conservatorio di Napoli e dal 1886 al 1902 fu direttore in quello di Bologna (dove fu anche maestro di cappella in San Petronio), e in seguito ancora di quello di Napoli. Tra i suoi allievi vi fu anche Ottorino Respighi.
L'attività didattica non gli impedì di continuare l'attività concertistica, facendosi applaudire, tra le altre cose, anche come direttore d'orchestra.
Subito dopo la morte di Martucci musicisti e critici concordarono sul fatto che il Maestro aveva ottenuto il giusto riconoscimento come pianista, direttore d'orchestra e rinnovatore del gusto e della cultura musicale, ma che come compositore non era ancora abbastanza apprezzato.
Martucci è figura di rilievo nel panorama musicale dell'Italia a cavallo tra Ottocento e Novecento.
In un'epoca in cui imperava il melodramma, egli rivolse la sua attenzione alla produzione sinfonica straniera, soprattutto a quella tedesca, contribuendo, per primo in Italia, al risveglio dell'interesse per la musica strumentale.
Diresse la "prima" italiana di Tristano e Isotta di Wagner (Bologna 1888) e altre musiche coeve di area germanica che ebbero grande risonanza in Italia. Egli stesso come compositore può essere considerato un continuatore italiano della linea Beethoven-Schumann-Brahms, ma fu anche influenzato dalle grandi opere wagneriane. Martucci fu uno dei pochi esponenti del sinfonismo italiano del periodo tardoromantico.
Martucci è figura di rilievo nel panorama musicale dell'Italia a cavallo tra Ottocento e Novecento.
In un'epoca in cui imperava il melodramma, egli rivolse la sua attenzione alla produzione sinfonica straniera, soprattutto a quella tedesca, contribuendo, per primo in Italia, al risveglio dell'interesse per la musica strumentale.
Diresse la "prima" italiana di Tristano e Isotta di Wagner (Bologna 1888) e altre musiche coeve di area germanica che ebbero grande risonanza in Italia. Egli stesso come compositore può essere considerato un continuatore italiano della linea Beethoven-Schumann-Brahms, ma fu anche influenzato dalle grandi opere wagneriane. Martucci fu uno dei pochi esponenti del sinfonismo italiano del periodo tardoromantico.
creato: | martedì 27 maggio 2008 |
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modificato: | mercoledì 14 gennaio 2009 |