Cole Porter
(Peru-Indiana, 9 giugno 1891 - Santa Monica-California, 15 ottobre 1964)
La madre apparteneva a una delle famiglie più ricche dell'Indiana, e questo consentì a Cole Porter e ai suoi genitori di vivere senza problemi economici.
Cole Albert Porter (questo il suo nome esteso) iniziò a studiare pianoforte e violino a sei anni, dimostrando presto il suo talento su entrambi gli strumenti.
Tuttavia, il suo interesse si concentrò presto sul pianoforte soltanto, che studiava per due ore al giorno durante gli anni di formazione.
Per alleggerire le ore di studio, Cole e la madre improvvisavano al pianoforte parodie di canzoni popolari.
A soli 10 anni, Cole Porter scrisse la sua prima operetta, dedicata alla madre, la quale si assicurò di farne pubblicare un centinaio di copie per spedirla a parenti e amici.
Il nonno di Cole Porter, il ricco J.O. Cole, voleva invece che il nipote diventasse avvocato e lo fece entrare alla Worcester Academy nel 1905; quattro anni dopo lo mandò all'Università di Yale.
A Worcester Cole fu allievo di Abercrombie: quest'ultimo gli insegnò l'importanza della relazione tra parole e metro, e tra parole e musica nelle canzoni.
Gli anni di Yale, invece, includono numerosi episodi di vita e composizioni musicali che Cole Porter porterà con sé per il resto della sua vita. A Yale, Cole faceva parte della confraternita Delta Kappa Epsilon, della Yale Dramatic Association e cantava nello Yale Glee Club (di cui fu eletto anche presidente) e nel coro a cappella Whiffenpoofs.
Il numero di canzoni scritte a Yale da Cole Porter ammonta a circa 300.
Alla fine, però, abbandonò gli studi e si trasferì a New York per intraprendere una seria carriera musicale.
Cole Porter decise così di partire per Parigi, per vendere le sue canzoni ed essere libero dalle influenze del nonno e della madre.
Lavorava come compositore quando, nel 1917, gli Stati Uniti entrarono in guerra. Cole iniziò allora a viaggiare in tutta Europa, stringendo amicizia con alcuni dei maggiori intellettuali ed artisti dell'epoca.
Nel 1918, Porter incontrò Linda Lee Thomas, ricca americana divorziata, più vecchia di sei anni, che sposò l'anno successivo.
Nonostante l'atteggiamento pubblico che manteneva, e nonostante il matrimonio con Linda, le voci riguardo la presunta omosessualità di Cole Porter erano sempre più forti; nel 1925, egli ebbe una relazione con Boris Kochno (poeta e librettista di "Ballets Russes") e, successivamente, anche con l'architetto Ed Tauch (dedicatario di Easy to Love) e il coreografo Nelson Barclift (che ispirò a Cole la canzone You'd Be So Nice To Come Home To).
Dopo i primi successi, raggiunti con canzoni come Don't Fence Me In (che fu anche riutilizzata durante la seconda guerra mondiale per il musical "Hollywood Canteen"), Cole firmò alcuni contratti con le industrie cinematografiche.
"Fifty Million Frenchmen", musical messo in scena l'anno successivo, includeva altre popolari canzoni come You Do Something to Me e You've Got That Thing.
Gli anni '20 di Cole Porter terminarono con "Wake Up and Dream", e la canzone What Is This Thing Called Love?.
Del 1930 è lo spettacolo "The New Yorkers" (con la canzone Love for Sale, all'epoca considerata troppo esplicita ma destinata a diventare uno standard), mentre arrivò due anni dopo "Gay Divorce" (con Fred Astaire). Appartiene a quest'ultimo lavoro Night and Day, diventata una delle canzoni più popolari di Porter.
- "Anything Goes "(1934), che include le canzoni I Get a Kick out of You, All Through the Night, You're the Top e Blow, Gabriel, Blow e la stessa Anything Goes;
- "Jubilee" (1935), che incude Begin the Beguine e Just One of Those Things;
- "Red Hot and Blue" (1936), con It's De-Lovely, Down in the Depths (on the Ninetieth Floor) e Ridin' High;
- "Born to Dance" (1936), di cui sono assai famose Easy to Love e I've Got You Under My Skin;
- "Rosalie" (1937), con In The Still of The Night.
Durante tutto questo periodo Cole Porter continuò a mantenere un elevato tenore di vita, frequentando le feste dell'alta società e conoscendo alcune delle maggiori personalità artistico-musicali dell'epoca (come Igor Stravinskij).
Nel 1937 una caduta da cavallo gli procurò la frattura di entrambe le gambe: questo, insieme al rischio di un'amputazione, rappresentò una tragedia personale per un uomo fortemente legato all'esteriorità e all'apparenza fisica come Cole Porter. Operato oltre 30 volte negli anni successivi, Porter entrò in una profonda depressione e portò dentro di sé una costante sofferenza per tutta la vita.
Nonostante le difficoltà, Porter continuò a scrivere musical di successo: "Leave It to Me!" (1938, con My Heart Belongs to Daddy), "DuBarry Was a Lady" (1939), "Panama Hattie" (1940), "Let's Face It!" (1941), "Something for the Boys" (1943), "Mexican Hayride" (1944).
In questi spettacoli apparvero canzoni come Most Gentlemen Don't Like Love, From Now On e Get Out Of Town.
Nel 1948 Cole Porter tornò invece sulle scene con il suo più grande successo: "Kiss Me, Kate" (produzione che vinse il Tony Award come miglior musical e premiò Porter come migliore compositore). "Kiss Me, Kate" contiene i brani: Another Opening Another Show, Wunderbar, So In Love, We Open in Venice, Tom, Dick or Harry, I've Come to Wive It Wealthily in Padua, Too Darn Hot, Always True to You in My Fashion e Brush Up Your Shakespeare.
Seguirono "Out Of This World" (1950), "Can-Can" (1952) e "Silk Stockings" (1955).
L'ultimo suo lavoro furono le musiche per "Aladdin" (1958), uno speciale a colori della CBS.
Nel 1958, dopo le numerose operazioni, Cole Porter fu amputato e gli fu messa una protesi.
Questa operazione seguì di pochi anni la morte della madre e quella della moglie: furono prove molto dure, dalle quali Porter non si risollevò.
Smise di scrivere e si ritirò a vita privata fino alla morte, sopraggiunta quando il musicista aveva 73 anni.
creato: | lunedì 1 settembre 2008 |
---|---|
modificato: | mercoledì 14 gennaio 2009 |