Sorocinskaja Jamarka (La Fiera di Sorocinskij)
Opera in tre atti di Modest Musorgskij su libretto proprio, tratto dal racconto omonimo di Nikolaij Gogol’ (che apre la prima raccolta dei suoi racconti, Veglie alla fattoria presso Dikan’ka del 1831-32).
Prima rappresentazione: 8 ottobre 1913, Teatro Svobodnyj di Mosca.
Musorgskij era un grande ammiratore di Gogol’ e l’idea di scrivere un’opera sulla base del racconto venne al compositore nel 1874, con l'intento di dedicarla al grande basso Osip Petrov e alla moglie Anna Vorob’ëva, contralto, suoi fraterni amici che avrebbero dovuto interpretare i personaggi di Cerevik e Chivrja.
Il lavoro iniziò nel 1876 senza libretto, come spesso accadeva a Musorgskij; nel 1877 in collaborazione con Arsenij Golenišcev-Kutuzov stese un canovaccio e si dedicò intensamente alla composizione.
La morte di Petrov (1878) spense l’entusiasmo del compositore e rallentò molto il lavoro, per questo alla morte di Musorgskij, tre anni dopo, non vi erano che sparsi frammenti di difficile ricostruzione e di non chiaro collegamento tra loro, tanto che Rimskij-Korsakov, occupatosi attivamente di tutte le altre opere musorgskiane, non tentò mai di riordinarde i materiali. Il primo che vi si cimentò fu Vjaceslav Karatygin, che nel 1911 eseguì vari frammenti orchestrati da Anatolij Ljadov, collegandoli con la lettura di brani del testo gogoliano.
Due anni dopo, con aggiunte di alcuni brani musicati da Jurij Sachnovskij e altri tratti da opere musorgskiane (per esempio la famosa versione di Rimskij-Korsakov della Notte sul Monte Calvo, inserita come sogno di Gric’ko nel III atto) l’opera ebbe la sua prima esecuzione pubblica.
Si succedettero poi altre versioni: di Cezar Kjui nel 1917, che recuperò e musicò le parti non utilizzate dal libretto di Golenišcev-Kutuzov, di Nikolaij Cerepnin, molto arbitraria, presentata a Montecarlo nel 1923, e la seconda di Sachnovskij nel 1925, che musicò tutte le parti dialogate della prima versione.
Un vero e serio lavoro di revisione dei manoscritti musorgskiani venne fatto da Pavel Lamm, che ricostruì tutti gli abbozzi (fra cui danze ucraine e canzoni popolari) e ne affidò l’orchestrazione a Vissarion Šebalin. La versione Lamm-Šebalin è considerata attualmente quella canonica.
Trama:
Atto I. A Sorocinskij c’è il mercato, affollatissimo di mercanti di ogni genere, curiosi, compratori. Arriva Gric’ko con un gruppo di giovanotti, mentre il vecchio Cerevik, in compagnia della bella figlia Parasja, si preoccupa di vendere la malandata giumenta e il grano. Uno zingaro racconta alla folla la storia della giubba rossa che un giorno il diavolo, per procurarsi da bere, vendette e ora cerca di recuperare proprio lì, al mercato. Gric’ko fa la corte a Parasja; Cerevik prima si oppone poi finisce con lui all’osteria e accosente alle nozze. Torna a casa ubriaco (cantando con il compare la canzone popolare "Dudu, rududu, rududu") e viene bruscamente accolto dalla moglie Chivrja, matrigna di Parasja, che si oppone alle nozze. Gric’ko esprime disperato la sua delusione: si avvicina lo zingaro e gli offre aiuto in cambio dei suoi buoi.
Atto I. A Sorocinskij c’è il mercato, affollatissimo di mercanti di ogni genere, curiosi, compratori. Arriva Gric’ko con un gruppo di giovanotti, mentre il vecchio Cerevik, in compagnia della bella figlia Parasja, si preoccupa di vendere la malandata giumenta e il grano. Uno zingaro racconta alla folla la storia della giubba rossa che un giorno il diavolo, per procurarsi da bere, vendette e ora cerca di recuperare proprio lì, al mercato. Gric’ko fa la corte a Parasja; Cerevik prima si oppone poi finisce con lui all’osteria e accosente alle nozze. Torna a casa ubriaco (cantando con il compare la canzone popolare "Dudu, rududu, rududu") e viene bruscamente accolto dalla moglie Chivrja, matrigna di Parasja, che si oppone alle nozze. Gric’ko esprime disperato la sua delusione: si avvicina lo zingaro e gli offre aiuto in cambio dei suoi buoi.
Atto II. Chivrja ha un appuntamento amoroso con il figlio del pope, il goloso Afanasij Ivanovic, per cui sta preparando prelibate frittelle. Il loro idillio è interrotto dall’irrompere di Cerevik e del compare, che con altri amici sono terrorizzati dalle voci (messe in giro ad arte dallo zingaro) di un’apparizione al mercato del diavolo, alla ricerca della sua giubba rossa. Il compare dà ulteriori particolari della storia: in quel momento un diabolico muso di porco si affaccia dalla finestra e Afanasij Ivanovic, nascosto in un soppalco, precipita sui presenti. C'è il fuggi-fuggi generale.
Atto III. Cerevik e il compare vengono catturati, durante la fuga, dallo zingaro e accusati di furto. Interviene Gric’ko, che promette la liberazione a patto, però, che Parasja diventi sua moglie. Ottenuto il consenso si addormenta sotto un albero e ha un sogno spaventoso (La notte sul Monte Calvo) dove diavoli e streghe danzano agli ordini del principe dei demoni, Cernobog. Si sveglia al suono delle campane. È giorno e Parasja canta un’allegra canzone, accompagnandola con una danza (gopak). Cerevik si unisce alla danza. Arrivano il compare e Gric’ko con un gruppo di amici: Cerevik, mentre lo zingaro trattiene la matrigna infuriata, benedice la figlia. Si celebra il matrimonio e tutti i presenti si lanciano in uno scatenato gopak.
creato: | mercoledì 23 aprile 2008 |
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modificato: | lunedì 28 aprile 2008 |