Giacinto Scelsi
(Pitelli-La Spezia, 8 gennaio 1905 - Roma, 9 agosto 1988)
Giacinto Scelsi è stato un compositore italiano la cui attività si è collocata nel panorama del XX secolo come ricerca di sintesi tra cultura occidentale ed orientale; è stato attivo anche in campo letterario.
Il padre di Giacinto Scelsi, Guido, proveniva da una famiglia di origine siciliana, era Tenente di Vascello e aveva avuto un ruolo di spicco nelle vicende dell’unità d’Italia; la madre, Donna Giovanna d’Ayala Valva, aveva nobili origini e la sua famiglia risiedeva abitualmente nel castello di Valva in Irpinia (Scelsi fu infatti Conte di Ayala Valva).
Nel castello di Valva, dove trascorse gran parte dell’infanzia, Scelsi ricevette le prime basi di un'istruzione singolare: un precettore gli dava lezioni di latino, scacchi e scherma.
Scelsi amava anche improvvisare sul pianoforte, ma fino al trasferimento della famiglia a Roma non ricevette una regolare istruzione musicale.
In seguito, nella capitale, Scelsi prese lezioni private dal M° Giacinto Sallustio; successivamente studiò anche con Walter Klein ed Egon Koelher.
In questo periodo Scelsi soggiornò spesso all'estero, in Francia ed in Svizzera.
Nel 1927 compì un fondamentale viaggio in Egitto, dove risiedeva la sorella con il marito: questa esperienza fu il suo primo contatto con musiche non europee, per origine e concezione.
Alcuni suoi scritti, fortemente surrealisti, nacquero in quegli anni.
La sua prima composizione, Chemin du Coeur, è del 1929; l'anno successivo iniziò a lavorare al poema sinfonico Rotativa, l'opera che lo rivelerà al mondo musicale internazionale. Eseguita il 20 dicembre 1931 alla Salle Pleyel di Parigi, sotto la direzione di Pierre Monteux, Rotativa attirò su Scelsi l'attenzione della critica e del mondo musicale.
Gli anni '30 furono per Scelsi periodi di vita mondana e di viaggi all'estero, di un'interessante attività creativa e dei primi problemi di salute.
Nel 1937 organizzò a sue spese quattro concerti di musica contemporanea presso la Sala Capizucchi, facendo eseguire opere di giovani compositori italiani e stranieri allora ancora quasi sconosciuti in Italia (fra i quali Kodaly, Meyerowitz, Hindemith, Schönberg, Stravinskij, Šostakovič, Prokof'ef, Nielsen, Janàcek, Ibert).
Nell'organizzazione di tali concerti si avvalse anche della collaborazione di Goffredo Petrassi, con cui iniziò una lunga amicizia.
Questi concerti ebbero però vita breve anche per l'entrata in vigore delle leggi razziali, che ostacolavano l'esecuzione di composizioni di autori ebrei. Non accettando queste costrizioni, Scelsi si allontanò gradualmente dall'Italia e iniziò ad interessarsi ad altri linguaggi e tecniche compositive (come la dodecafonia, della quale ebbe i primi rudimenti da un allievo di Schönberg, il viennese Walter Klein). Contemporaneamente si interessò alle teorie di Skrjabin, e a quelle staineriane.
All'entrata dell'Italia in guerra, nel 1940, si trovava in Svizzera, dove rimase per tutto il periodo del conflitto e dove si sposò con Dorothy-Kate Ramsden, inglese. Nonostante gli anni difficili, continuò una intensa attività culturale, poetica e compositiva, incominciando un lavoro di tipo teorico fondamentale per gli sviluppi futuri della sua musica.
In Svizzera vi furono esecuzioni di sue composizioni, come il Trio per archi (eseguito nel 1942 dal Trio di Losanna diretto da Edmond Appia) e varie altre opere per pianoforte eseguite da Nikita Magaloff.
Alla fine del secondo conflitto mondiale ritornò in Italia e si stabilì a Roma, dove viveva la sua famiglia.
Successivamente Scelsi visse anni molto travagliati, coincidenti con un'irreversibile crisi di tipo creativo-musicale; trovò una via di scampo nella poesia, nelle arti visive e nell'interesse per il misticismo orientale e l’esoterismo.
L'editore Guy Levis Mano di Parigi pubblicò tre suoi libretti (Le poids net, L'archipel nocturne e La conscience aïgue) che per tanti anni rimasero le sue sole opere edite.
Durante la permanenza in una clinica svizzera per malattie nervose, dove si ricoverò per un periodo, Scelsi diede una serie di conferenze sulla creatività, documenti premonitori dei suoi successivi sviluppi creativi.
I suoi interessi per le arti visive, in particolar modo per l'arte informale, troveranno invece degna cornice nell'attività della Rome-New York Art Foundation, diretta dalla sua compagna di vita di quegli anni, Frances Mc Cann.
Scelsi componeva improvvisando e registrando su nastro magnetico, procedura che richiedeva una successiva trascrizione a cui lavoravano alcuni suoi collaboratori (il suo stato fisico e psichico non gli consentiva più di farlo autonomamente), dotati necessariamente di orecchio assoluto e guidati dallo stesso Scelsi.
Dopo la traslazione delle musiche registrate, Scelsi aggiungeva minuziose istruzioni per l'esecuzione: accorgimenti per donare al suono valori corrispondenti alla sua volontà, indicazioni per la costruzione di sordine per archi su suo disegno, note per il trattamento percussivo degli strumenti a corde, per realizzare filtri sonori deformanti il suono negli strumenti a fiato, per l'uso della voce quale elemento di rottura della struttura sonora, per l'uso di basi di registrazione preesistenti quale traccia all'esecuzione.
Originalissimo era peraltro il suo metodo di orchestrazione, che consisteva nell'accoppiare strumenti simili sfasati fra loro di un quarto di tono (fatto che conferisce all'esecuzione una vibrazione particolare ed imprevedibili effetti di battimenti).
Data la particolarità del suo lavoro, le difficoltà esecutive e di resa sonora, il compositore rifiniva le sue opere direttamente con gli interpreti.
Conseguenza, però, della complessità della musica di Scelsi fu che solo rari esecutori di alto livello si accinsero a studiarla: tra questi Michiko Hirajama, Frances Marie Uitti, Enzo Porta, Joëlle Léandre, Geneviève Renon, Carol Robinson, Marianne Schroeder e Stefano Scodanibbio, che trascorsero anche lunghi periodi di studio con il compositore.
La rivelazione di questa nuova fase compositiva di Giacinto Scelsi fu l'esecuzione dei Quattro pezzi su una nota al Théâtre National Populaire di Parigi, nel dicembre 1961, sotto la direzione di Maurice Le Roux.
Le peculiarità del lavoro di Scelsi non lasciarono indifferente il mondo accademico, che si dimostrò sempre più ostile nei suoi confronti.
Tuttavia, non mancarono i suoi sostenitori anche in Italia: primo fra tutti il compositore Franco Evangelisi (a lui si devono, infatti, le rare esecuzioni di opere scelsiane).
Scelsi passò gli ultimi anni di vita nella sua abitazione di Roma e si dedicò in modo particolare alle pubblicazioni di tipo teorico e letterario.
Viaggiò solo in occasione di concerti a lui dedicati, avendo così l'opportunità di ascoltare almeno una volta dal vivo le musiche che aveva creato.
L'ultimo concerto di sue composizioni, da lui presenziato, fu il primo aprile del 1988 a La Spezia, sua città natale, dove non era mai ritornato dagli anni dell'infanzia. Morì a Roma pochi mesi dopo.
creato: | mercoledì 20 agosto 2008 |
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modificato: | mercoledì 14 gennaio 2009 |