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Carlo Bergonzi

(Polesine Parmense, 13 luglio 1924 - Milano, 25 luglio 2014)

Carlo Bergonzi, tenore tra i più autorevoli nel repertorio verdiano, iniziò la sua carriera in realtà come baritono.
Studiò al Conservatorio di Parma a partire dall'età di 16 anni, seguendo i corsi con Ettore Campogalliani.
Dopo un'interruzione dovuta alla guerra (Bergonzi fu internato in un campo di lavoro tedesco) al ritorno in Italia riprese gli studi di canto, ma questa volta a Brescia con il baritono Edmondo Grandini.

A Lecce debuttò nel suo primo vero teatro, interpretando Figaro. Seguirono diversi ruoli come baritono (Metifio, Dottor Malatesta, Belcore, Lord Enrico Ashton, Ghirlino, Silvio, Alfio, Albert, Marcello, Sharpless, Giorgio Germont, Lescaut, Rigoletto), ma la voce di Bergonzi non trovava il giusto volume vocale e sembrava confinare la sua carriera a ruoli non di primo piano.
Alla fine 1950, Bergonzi comprese che le sue difficoltà vocali erano dovute a un'errata impostazione vocale, e iniziò in privato a studiare per superarle.
Nel 1951 debuttò nell'Andrea Chenier di Giordano ottenendo buone critiche.

In breve tempo Carlo Bergonzi raggiunse i primi successi come tenore: fu scritturato dalla RAI per il cinquantenario dalla morte di Giuseppe Verdi, e interpretò Giovanna d'Arco, Simon Boccanegra e I due Foscari in radio.

Nel 1953 debuttò alla Scala (ruolo di Mas'Aniello nell'omonima opera di Jacopo Napoli, diretta da Sonzogno), a Londra (Stoll Theatre) e a Buenos Aires (Teatro Colon). Nel 1955 e 1956 debuttò anche negli Stati Uniti: prima alla Lyric Opera di Chicago e poi al Metropolitan di New York (grazie a Del Monaco, che rinunciò a una recita in suo favore).
Carlo Bergonzi continuò a presentarsi sulle scene di questi teatri interpretando numerosi ruoli e dando prova di grandi capacità vocali ed eclettismo.

Alla Scala di Milano nel 1955 interpretò La forza del destino con Renata Tebaldi, e Simon Boccanegra con Aldo Protti e Cesare Siepi diretto da Molinari Pradelli. Qualche anno dopo (1963) fu parte di una produzione di Aida che mise in campo un cast d'eccezione: per la regia di Zeffirelli e la direzione di Gavazzeni, sul palco Bergonzi fu affiancato da Cossotto, Price e Ghiaurov.
Significativa anche la trasferta a Mosca, sempre con la Scala, che portò il tenore parmigiano a interpretare la Messa di requiem di Verdi diretta da Herbert von Karajan, Manrico in Il trovatore (Verdi) ed Edgardo nella Lucia di Lammermoor di Donizetti.
Il 7 dicembre 1965 inaugurò la stagione del teatro lirico milanese con La forza del destino diretta da Gavazzeni (una storica edizione con Ligabue, Cappuccilli, Simionato, Ghiaurov, Capecchi, trasmessa anche in radio).
Nel 1976, dopo otto anni di assenza dalla Scala, sostituì per due recite Placido Domingo nell'Aida diretta da Thomas Schippers.
L'ultima volta che Bergonzi calcò le scene di questo teatro fu il 1993 per un recital di arie e canzoni.

A New York, dopo il debutto al Metropolitan nel 1956, Bergonzi divenne un'autentica celebrità.
Al MET interpretò per la maggior parte ruoli verdiani, inanellando una serie di grandi trionfi e accompagnando al debutto newyorkese altre grandi voci italiane: quelle di Giulietta Simionato e Ruggero Raimondi. Si esibì anche alla Carnegie Hall in numerose produzioni in forma di concerto.
Al MET Bergonzi fu presente con costanza fino al 1983. Il 4 dicembre 1981 il teatro di New York organizzò il "Bergonzi Gala" per celebrare i suoi 25 anni di carriera al Metropolitan.
Sette anni dopo si accomiatò da questo pubblico interpretando Edgardo in Lucia di Lammermoor.

Nel frattempo, nel 1959 debuttò anche all'Opera di Vienna in Aida, con Renata Tebaldi, Giulietta Simionato, Tito Gobbi, e la direzione di Herbert von Karajan. Vi tornò più volte, come anche per diversi anni fu ospite del Colon di Buenos Aires.
Con l'Arena di Verona instaurò una lunga collaborazione, interpretando tutti i ruoli verdiani. La sua voce, pur non essendo particolarmente potente, grazie a una perfetta emissione era in grado di farsi udire persino all'esterno del grande anfiteatro.
All'Arena Bergonzi si esibì anche nel grande repertorio tardo romantico e verista, con Enzo ne La Gioconda, Faust in Mefistofele, Canio in Pagliacci, Mario Cavaradossi in Tosca, Turiddu in Cavalleria rusticana.

Una carriera splendente e illustre portò Carlo Bergonzi a cantare anche in numerosi altri teatri italiani, europei, statunitensi, a Tokyo e in Sud America, a fianco di altri grandissime voci.
Lo hanno diretto le bacchette più acclamate, ma con Herbert von Karajan nacque un lungo soldalizio che portò alla nascita e all'incisione di memorabili interpretazioni.

Le sue interpretazioni verdiane ebbero il particolare pregio di rifarsi sempre alle indicazioni originali dell'autore, riuscendo così ad evidenziare aspetti inediti e particolari dei personaggi (talvolta - per fortuna raramente - procurandogli le ire del pubblico più fedele alle interpretazioni classiche, come accadde nel 1959 al Regio di Parma per un'Aida che spinse Bergonzi a rifiutare di esibirsi ancora nella città natale).

Carlo Bergonzi terminò la sua carriera artistica nel 1995 e si dedicò poi all'insegnamento (tra i suoi allievi anche Michele Pertusi).
Ricchissima la sua produzione discografica, con registrazioni sia in studio che dal vivo.
A lui sono stati assegnati importanti riconoscimenti e premi, e la cittadinanza onoraria di Parma e Busseto.

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fonte:Wikipedia
creato:venerdì 18 aprile 2014
modificato:martedì 14 febbraio 2017