Shel Shapiro
Il vero nome di Shel Shapiro è David, mentre l'origine del suo cognome è russa: nonno Shapiro suonava il corno nella banda dello Zar Nicolai II° e nel 1906, essendo di origine ebraica, scappò e si trasferì in Inghilterra con tutta la famiglia.
Una zia era professoressa di pianoforte alla Royal Academy di Londra e David iniziò a prendere confidenza con i tasti bianchi e neri all'età di sette anni. La passione per la musica esplose a dieci, quando il padre, un rappresentante di import/export che commerciava con l'Ungheria, gli regalò la prima chitarra.
Shel Shapiro fondò il gruppo Shel Carson Combo, richiesto anche all'estero, ma il suo progetto principale restò quello di laurearsi e diventare un medico chirurgo.
Nel marzo 1963, durante un tour ad Amburgo, il gruppo fu scritturato per accompagnare un cantante in Italia. Contemporaneamente, il chitarrista lasciò il gruppo per suonare con Jerry Lee Lewis.
David debuttò quindi con i suoi Shel Carson Combo nell'avanspettacolo italiano. La gente lo chiamava Shel, convinta che fosse il suo vero nome: a Shapiro piacque e si appropriò così di questo nome.
Nella data di Torino il cantante che il gruppo stava accompagnando rimase senza voce: fu sostituito proprio dal "novello" Shel Shapiro. Il programma del tour prevedeva tre show: al terzo spattcolo il teatro era pieno.
Il ritorno a casa si allontanava sempre di più: furono ingaggiati per un tour con Rita Pavone e aprono gli spettacoli di "Giamburrasca" con un mini live di cinque pezzi in inglese.
Realizzarono intanto dodici caroselli per l'Algida.
Gli studi vennero definitivamente abbandonati: la medicina perdette un chirurgo e la musica trovò un artista che venderà decine di milioni di dischi come leader dei Rokes, come autore (Mina, Patty Pravo, Gianni Morandi, Mia Martini…) e come produttore (Riccardo Cocciante, Rino Gaetano, Enrico Ruggeri all'epoca dei Decibel di Vivo da re e Contessa, il progetto Musicanova con Eugenio Bennato e Carlo D'Angiò…).
Nel 1965 i Rokes inaugurarono il Piper di Roma, che diventò un ritrovo di culto anche grazie ai loro successi da hit parade: Anima pura, C'è una strana espressione nei tuoi occhi, Grazie a te, Che colpa abbiamo noi, È la pioggia che va…
Con Bisogna saper perdere (in coppia con Lucio Dalla) si classificarono al sesto posto del Festival di Sanremo 1967, ma il 45 giri sarà uno dei più venduti fra tutte le canzoni in gara.
Il 12 agosto 1970, a Ferrara, dodicimila persone assistettero senza saperlo al loro ultimo concerto. Era la fine dei Rokes, ma Shel Shapiro si ripropose subito come cantautore con un album intitolato "Il mio nome è David Shel Shapiro".
Negli anni Ottanta visse fra Miami, Mexico City, New York e Milano, producendo alcuni degli artisti latini più acclamati di quel periodo, fra cui El Puma, Emanuel, Juan Gabriel e Isabel Pantoja.
Nel 1987, dopo diciassette anni di silenzio, iniziò a collaborare con il paroliere Adelio Cogliati e incise Per amore della musica.
Dal 1993 al 1998, Shel Shapiro si ritirò dalle scene, raccogliendo le idee nella sua casa in Provenza. A chi gli chiede spiegazioni del suo silenzio, risponde: "Quando non si ha niente da dire, bisogna stare zitti. E io sono stato zitto".
Nel 2000 Cochi (Ponzoni) e Renato (Pozzetto) lo hanno convinto di aver ancora molto da dire come attore, offrendogli un ruolo nella serie tv "Nebbia in Val Padana", trasmessa su Raiuno. A questa sono seguite numerose attività per il cinema e la televisione.
Shapiro ha quindi messo in cantiere il nuovo disco, scrivendo canzoni inedite con Adelio Cogliati e arrangiando vecchi hit con Massimo Varini e Stefano Florio.
Ha duettato con Lucio Dalla in Bisogna saper perdere e con Frankie Hi-NRG MC in una versione di stretta attualità sociale di Che colpa abbiamo noi, il manifesto dello scontro generazionale alla fine degli anni Sessanta.
creato: | venerdì 16 maggio 2008 |
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modificato: | martedì 14 febbraio 2017 |