Cerca nel sito

Brani da IBC - Istituto per i Beni artistici Culturali e naturali

    • Gianni Perinelli
    • Gianni Perinelli / Gianni Perinelli
    • Gianni Perinelli
    • Andrea Alessi
    • Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi
    • Andrea Alessi
    • Andrea Alessi
    • Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi
    • Andrea Alessi
    • Andrea Alessi
    • Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi / Andrea Alessi
    • Andrea Alessi

Visualizza altro

Raccolte da IBC - Istituto per i Beni artistici Culturali e naturali

IBC - Istituto per i Beni artistici Culturali e naturali

Bologna

Progetto di tutela e valorizzazione dei dialetti dell'Emilia-Romagna

Nato nel 1974, l'Istituto per i beni artistici culturali naturali è organo tecnico-scientifico e strumento della programmazione della Regione Emilia-Romagna nel settore dei beni artistici, culturali e naturali; promuove e svolge attività conoscitiva ed operativa, di indagine e di ricerca, per la valorizzazione ed il restauro del patrimonio storico e artistico, per la tutela, la valorizzazione e la conservazione dei centri storici, per lo svolgimento di ogni funzione relativa ai beni artistici, culturali e naturali, prestando in tali campi la propria consulenza alla Regione e agli Enti locali. Esercita, nell'ambito della legge, della programmazione regionale e degli atti di indirizzo regionali le funzioni amministrative di competenza regionale relative alla materia "musei e biblioteche di enti locali" (cfr. L.R. 29/95 di riordino e rinnovo dell'Istituto).

Il varo della L.R. 45/1994 Tutela e valorizzazione dei dialetti dell'Emilia-Romagna, abrogata a dicembre 2013, veniva incontro a un desiderio mai sopito presso le comunità locali di valorizzazione e di diffusione degli idiomi locali nei più svariati aspetti in cui essi si manifestano. L'idea che i lessici, le parlate, i sistemi gergali e dialettali facciano parte a pieno titolo del patrimonio culturale trovava così nella normativa regionale una ulteriore doverosa conferma. "I dialetti non sono un bene archeologico che occorre scoprire... né sono un dato immutabile. I dialetti sono vivi e si evolvono gradualmente. Si può affermare che essi riflettono il modo in cui una nuova civiltà della comunicazione di massa interagisce con la cultura popolare". Così scriveva Ermanno Vichi nell'editoriale che apriva il numero di IBC informazioni del 1996, contenente il dossier dedicato alla legge sui dialetti.

Ed è proprio su questa convinzione e dunque sull'accento posto sull'intreccio tra eredità del passato e realtà quotidiana in movimento che ha preso le mosse la progettualità dell'IBC, incaricato della gestione della legge stessa. Il programma quadro disposto nell'IBC nel 1994, che seguiva fedelmente le indicazioni dell'articolo 3 della legge, era ampio, articolato e ambizioso:  un osservatorio linguistico, un archivio lessicale, un corpus di documentazione toponomastica, una banca dati della memoria contadina, artigiana e industriale. Sul fronte delle attività promozionali, artistiche e didattiche ci si proponeva di favorire manifestazioni letterarie, in poesia e in prosa, teatrali e musicali, per mezzo di borse di studio; di promuovere la messa in scena di testi classici delle letterature in vernacolo, di realizzare interventi didattici in ambito scolastico. Si pensava infine, a coronamento di tali attività, di produrre alcune collane di pubblicazioni editoriali e audiovisive.

A quasi diciotto anni dal varo della legge un sintetico bilancio non può non tener conto della esiguità e saltuarietà degli stanziamenti messi a disposizione. Certamente alcune cose importanti sono state fatte: sono state redatte ampie bibliografie dei dialetti, è stata avviata una ricognizione della toponomastica dialettale, che ha già raggiunto importanti traguardi per Piacenza e Parma, sistematici per Modena e Bologna; sono stati realizzati approfondimenti sui cicli storici del lavoro contadino e paleoindustriale, tradotti in altrettante pubblicazioni; si è creata la struttura portante di una banca dati informatizzata e, infine, è stata istituita e consegnata una borsa di studio per premiare le tesi di laurea di soggetto dialettologico. Inoltre diverse amministrazioni locali sono state stimolate a muoversi autonomamente: tre province romagnole attraverso una convenzione hanno dato vita a un centro di documentazione sui dialetti. Dei siti internet e delle riviste specializzate hanno preso vita o hanno seguito un itinerario di crescita; sono stati compilati diversi vocabolari e dizionari enciclopedici delle parlate locali, molte pubblicazioni cartacee e multimediali sono state prodotte.

L'interesse e l'attenzione per il tema dei dialetti non si sono affievoliti in questi anni. Il quadro, oggi come allora, è certamente composito: non manca chi ne fa un terreno di conflitto e di chiusura rispetto ai nuovi arrivati e alla paventata contaminazione della presunta purezza di un idealizzato dialetto originale. Ma il futuro dei sistemi linguistici locali, la loro vitalità, risiede proprio nell'arricchimento che il nuovo porta con sé.

Magazzini Sonori
Proprietà dell'oggetto
Sito web:ibc.regione.emilia-romagna.it
Proprietà dell'articolo
creato:venerdì 21 marzo 2014
modificato:lunedì 31 marzo 2014