Il Pipistrello
Prima Rappresentazione: Vienna, Theater an der Wien, 5 aprile 1874.
Atto primo: Nella casa di Eisenstein. Si sente una voce dietro le quinte che intona una serenata a Rosalinde, la padrona di casa. La sua cameriera, Adele, è stata invitata a un ballo che quella sera stessa si terrà in casa del principe Orlofsky. Adele chiede perciò un permesso a Rosalinde inventando di dover fare visita a una vecchia zia tanto malata. Ma Rosalinde non può accontentarla, altrimenti resterebbe sola in casa, perché proprio quella sera suo marito inizia a scontare una condanna a cinque giorni di prigione per aver schiaffeggiato un pubblico ufficiale. La voce dietro la quinte si rivela per quella di Alfred, il cantante e corteggiatore di Rosalinde, che accetta di adarsene solo a patto di poter tornare quando Eseinstein entrerà in carcere. Ora Rosalinde è ben felice di mandare Adele al ballo; e anche Eisenstein, all’insaputa della moglie è invitato al ballo di Orlofsky dall’amico Falke, che gli consiglia di procrastinare l’inizio della pena per godersi prima la serata. Rimasta sola, Rosalinde si incontra con Alfred per una cenetta a due quando sopraggiunge Frank, il direttore delle carceri, a prelevare Eisenstein; per non smascherare il loro idillio, Alfred di farsi portar via al posto del marito, che Frank non conosce.
Atto secondo: Nella villa del Principe Orlofsky. Organizzato dagli ospiti, è in atto un complicato scherzo alle spalle di Eisenstain, allo scopo di far divertire il principe, sempre triste e annoiato per i problemi di salute che lo tormentano. Falke vuole restituire la burla a Eisenstein, che una volta, al termine di una festa di carnevale lo aveva fatto tornare a casa vestito da pipistrello in pieno giorno. A Eisenstein si presentano vari ospiti mascherati. Dapprima Adele, poi il “cavalier Chagrin” che altri non è che il direttore del carcere, infine una contessa ungherese che subito Eisenstein corteggia ignorando che si tratta di Rosalinde travestita. Al momento di gettare le maschere, Rosalinde riesce abilmente a sottrarsi all’incombenza ed anzi convince gli ospiti della sua effettiva nazionalità ungherese cantando un’appassionata “csàrdas”; tutti gli ospiti levano un brindisi in onore dello champagne e si lanciano in un vorticoso valzer. Allo spuntar del giorno, Frank lascia la festa insieme a Eisenstein; i due si dirigono verso la prigione ignorando le rispettive identità.
Atto terzo: Nell’ufficio del direttore del carcere. Alfred si lamenta nella sua cella, invano azzitito dal brillo carceriere Frosch; giungono Frank e quindi Adele. Costei vuole a ogni costo che il misterioso “cavalier Chagrin” si faccia carico del suo tirocinio di attrice, e si esibisce in una prova di talento teatrale. Arriva Eisenstein per costituirsi e non comprende perché lì si trovi il misterioso “cavalier Chagrin”, tanto più che Frank afferma di aver personalmente arrestato Eisestein la sera prima. Eisenstain si mette a far domande a ad Alfred e a Rosalinde e comprende ciò che è successo la sera prima. Ma la moglie ha buon gioco nel mostragli quel prezioso orologio che, la sera prima, lui le aveva mostrato per incuriosirla e lei gli aveva abilmente sottratto mentre era travestita da contessa ungherese. Infine Falke rivela burla ai danni dell'amico: tutta la mascherata non che la vendetta del pipistrello. Eisenstein accetta di buon'animo lo scherzo, e tutti decidono allegramente di far ricadere la colpa dell'accaduto sullo champagne.
Su sollecitazione di Offenbach, che gli aveva predetto ulteriore fortuna se fosse passato dai valzer all'operetta, Johann Strauss figlio si decise - anche se tardivamente, a quarantasei anni – a compiere il balzo che doveva condurlo dal mondo dei ballabili a quello delle scene teatrali. Compositore già celeberrimo grazie a valzer quali il Bel Danubio blu – nel 1872, invitato negli Stati Uniti per il primo centenario d'indipendenza, lo aveva diretto a Boston con una folla di 20.000 esecutori – con Il pipistrello Strauss compì l'atto inaugurale del genere operettistico viennese. Rispetto al modello di Offenbach, le operette di Strauss obbediscono peraltro a un tono comico-brillante più che satirico. Grazie all'inesauribile vena melodica e alle incandescenze del ritmo profusi nel Pipistrello, nonchè al raro incontro con un libretto di ottima qualità, con questo titolo Strauss entrerà alla fine dell'Ottocento nel repertorio dell'Opera di Vienna: sigillo al riconoscimento dell'intrinseco valore della partitura, che nella sua perenne freschezza è tuttora tra le più popolari nei paesi di lingua tedesca.
creato: | giovedì 21 febbraio 2008 |
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modificato: | lunedì 10 marzo 2008 |