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Don Giovanni

Dramma giocoso in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte, ispirato a Il Convitato di Pietra (1787), libretto che G. Bertati scrisse per G. Gazzaniga, ma anche al dramma spagnolo El Burlator de Sevilla (1630).
Prima rappresentazione: 29 ottobre 1787, National Theater di Praga.
Dopo il successo delle Nozze di Figaro, il direttore del Teatro Nazionale dell'Opera di Praga chiese a Mozart un'opera nuova che desse una parte da protagonista al giovanissimo baritono italiano L. Bassi che aveva trionfato proprio nelle Nozze. All'inizio del settembre 1787 Mozart doveva ancora scrivere la maggior parte dell'opera: la leggenda vuole che l'ouverture venisse composta nei due giorni precedenti la prima rappresentazione.
Da Ponte e Mozart vollero fare un dramma giocoso, ma l'opera è pervasa da un soffio drammatico, da così intense emozioni da far considerare quest'opera, in realtà, tragica. Per questo motivo invalse l'uso di far chiudere l'opera sulla morte del cavaliere, tagliando lo scherzoso sestetto finale. Recentemente si sostiene, invece, la validità del finale originario per l'equilibrio che crea nell'opera stessa (connaturato all'uomo del '700).
Anche da questi aspetti deriva la complessità del Don Giovanni, considerata uno dei più perfetti esempi del teatro lirico.
 
Trama: la scena è in Siviglia, in un'epoca imprecisata attorno al XVI secolo.
Atto I. Scena I. In una città della Spagna. Davanti alla dimora del Commendatore, Leporello attende il suo padrone: Don Giovanni, mascherato si è infatti introdotto nella casa per insidiare Donna Anna. Ella, sventato il tentativo, irrompe sulla scena inseguita da Don Giovanni e dal Commendatore, che cerca di trattenere l`ignoto fuggitivo. In un breve duello il Commendatore resta ucciso e Don Giovanni fugge.
Scena II. È ormai l'alba e Don Giovanni si accinge a nuove imprese amorose, quando sopraggiunge Donna Elvira, da lui un tempo sedotta e abbandonata: il cavaliere si sottrae al poco gradito incontro affidando a Leporello l'incarico di rivelare alla fanciulla la vera natura del suo carattere, cinico e dissoluto. Il lungo elenco degli amori di Don Giovanni lascia sconvolta Donna Elvira.
Scena III. Nei pressi di un'osteria Don Giovanni incontra una corte nuziale. Il cavaliere è attratto dalla grazia della sposa, una contadina di nome Zerlina, e incarica Leporello di invitare tutti nella sua casa per una festa. Zerlina, lusingata dalle attenzioni del cavaliere, sta per cedergli quando interviene Donna Elvira. Giungono Donna Anna e Ottavio in cerca dell`assassino del Commendatore, mentre Donna Elvira rivela a tutti ciò che ha appena appreso da Leporello. Don Giovanni impassibile cerca di tenere a bada la situazione promettendo agli uni il suo appoggio, accusando di pazzia Donna Elvira e corteggiando la giovane Zerlina. Ma Donna Anna ha riconosciuto in Don Giovanni, dalla voce, l'uccisore del padre e chiede vendetta.
Scena IV. Nel giardino del palazzo di Don Giovanni, Zerlina è profondamente turbata: un vero e profondo affetto la lega a Masetto, il suo promesso sposo, ma il fascino di Don Giovanni è irresistibile. Compaiono nel giardino alcune maschere: sono Donna Anna, Donna Elvira e Ottavio decisi a fare vendetta; Don Giovanni, che non le ha riconosciute, le invita alla festa.
Scena V. Nella sala da ballo entrano le maschere accolte da un inno alla libertà del padrone di casa. Iniziano le danze; Don Giovanni riesce a trarre in disparte Zerlina che invoca aiuto. Le maschere si scoprono il volto, apertamente accusano Don Giovanni di tutti i suoi misfatti e predicono vicina la punizione del cielo.
Atto II. Scena I. Una strada davanti alla casa di Donna Elvira. Don Giovanni, preso l'aspetto di Leporello, si dedica alla cameriera. Il travestimento dà vita a due scene simmetriche: nella prima Don Giovanni, scambiato per Leporello dal furibondo Masetto, non solo riesce a sottrarsi alla vendetta, ma scarica sulle spalle del povero contadino un sacco di legnate.
Scena II. Leporello viene scambiato per Don Giovanni e quasi ci rimette la vita, riuscendo a stento a sfuggire all'ira di Masetto, Donna Anna, Ottavio e Donna Elvira, ognuno fermamente deciso a vendicarsi.
Scena III. Un cimitero con la statua del Commendatore. Don Giovanni, ancora una volta reduce da un'avventura galante, entra in scena scavalcando il muro di cinta per sfuggire agli inseguitori. L'avventura l'ha messo di buon umore e, mentre racconta a Leporello l'accaduto, ride. Ma dall'oscurità risuona una voce minacciosa: invano Don Giovanni cerca tra le tombe chi ha parlato e alla fine si rende conto che è stata la statua del Commendatore, lì sepolto. Costretto da Don Giovanni, Leporello, tremante, invita da parte del suo padrone il Commendatore a cena. La statua risponde: "si". Interrotta momentaneamente l'atmosfera drammatica con una breve scena d'amore tra Donna Anna e Don Ottavio, si arriva alla conclusione della vicenda.
Scena V. In una sala del palazzo don Giovanni siede a mensa. La tavola è imbandita, i musicanti allietano il convito. Donna Elvira irrompe in un ultimo disperato tentativo di indurre Don Giovanni al pentimento, ma, schernita e derisa fugge. Sulla porta si imbatte nella statua del Commendatore, che ha accettato l'invito.
La commedia ormai volge rapidamente al dramma. Don Giovanni non ha esitazioni e quando il Commendatore chiede di restituirgli la visita, accetta, e come pegno, porge la destra alla statua che gliela afferra. Già il gelo percorre le membra del cavaliere e ancora egli rifiuta di pentirsi e con questo "no" ostinato sulle labbra Don Giovanni è inghiottito dalle fiamme dell'inferno.
Entrano coloro cui Don Giovanni fece torto, convinti di vendicarsi, ma Leporello racconta loro l'accaduto. La storia si conclude con il rinvio delle nozze tra Anna e Ottavio, la celebrazione di quelle di Masetto e Zerlina, il ritiro in convento di Elvira e Leporello in cerca di un altro, migliore, padrone.
Magazzini Sonori
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creato:venerdì 18 aprile 2008
modificato:martedì 19 agosto 2008